Dopo alcuni problemi iniziali, la dedizione dimostrata da Brandon Ingram durante questa metà campionato, in cui il giovanissimo si è allenato costantemente per poter dare il meglio di sè, sta iniziando a dare i primi frutti.
Infatti, la seconda scelta al draft del 2016, dai Blue Devils di Duke, ha avuto qualche difficoltà ad adattarsi alla fisicità della lega e ai meccanismi che essa comporta. A questo punto della stagione è primo dei rookies per minuti in campo, avendone giocati 27.6 di media, ma sta aiutando i suoi Lakers parzialmente rispetto alle aspettative, segnando solo 7.9 punti. Sicuramente il ragazzo non ha un fisico maturo come quello del più probabile rookie of the year, Joel Embiid, ma nell’ultimo mese si è dimostrato degno della posizione che occupa, avendo tirato nelle scorse quattro partite con il 60.7% dal campo e con i 17 punti (high career) di domenica scorsa contro gli Orlando Magic e di venerdì contro i Miami Heat.
“Sto iniziando a sentirmi a mio agio.”- ha spiegato. “Sto solo guardando il gioco in maniera diversa, provando ad essere più aggressivo. […] Ci sto lavorando.”
Coach Luke Walton ha commentato la sua situazione dicendo: “Siamo grandi fans di quello che lui può fare in un campo da basket. Anche se segna 1 tiro ogni 8 o fa 17 punti, noi continuiamo a lasciarlo in campo perchè sappiamo di cosa è capace. […] Vuole di più ogni volta che ci parlo. Lui vuole avere delle responsabilità. Ci sono momenti in cui, ovvio, forse vorremmo tirarlo fuori, ma abbiamo bisogno che faccia esperienza. […] Se sta provando a fare la cosa giusta e sta facendo del suo meglio per giocare nella maniera più corretta possibile, dobbiamo dargli il beneficio del dubbio (se stia sbagliando o meno) e lasciarlo giocare nonostante alcuni errori.”
Il compagno di squadra e veterano Luol Deng, suo grande sostenitore, ha a sua volta detto: “Sono nel giro della pallacanestro da tanto tempo e so riconoscere il talento quando lo vedo. […] Ci sono solo poche cose che hai e basta e non si può insegnare, e lui le ha. La cosa migliore di Brandon è il suo livello di maturità, essendo un ragazzo così giovane; è il suo modo di rispondere a ogni situazione. Anche quando sbaglia… lui è lì per ascoltare tutto quello che gli dici. Il ragazzo è di talento. Può tirare, e ha una serie di abilità. E’ alto, ma atletico.”
Proprio l’esperienza di cui ha parlato Luke Walton e i sottili cambiamenti nei meccanismi di gioco hanno aiutato Ingram a diventare un giocatore di maggiore impatto per i Lakers e la sua squadra ora ha bisogno di lui per continuare a fare passi avanti e puntare ai playoff.