Good to Great. È sempre stato questo il mantra in casa San Antonio Spurs, principio cardine del loro credo cestistico… e non solo. Metà stagione in archivio, il record recita 32-9: nella filosofia del risultato “popovichana” un record buono, certo, ma non soddisfacente:
Non me lo spiego. Non siamo dove vogliamo essere. Questo è tutto ciò che so.
La recente sconfitta contro i Minnesota Timberwolves ha lasciato molti punti interrogativi nella testa di Popovich:
Una storia a due metà dove abbiamo concesso prima 71 punti e poi 44. Abbiamo concesso 30 tiri liberi nel primo tempo e 9 nel secondo. È questo il punto – essere fisici e giocare in modo intelligente e l’abbiamo fatto nel secondo tempo, quindi abbiamo giocato 24 minuti fantastici.
Sfogo che somiglia sinistramente a quello a seguito della sconfitta subita per mano dei Bulls ad inizio dicembre che ha interrotto la striscia di 13 vittorie filate in trasferta da inizio stagione.
Dopo 41 partite gli Spurs occupano la 2ª posizione ad ovest a 3 partite di distanza da Golden State. Popovich sa che la sfida sarà difficile:
Nessuna squadra è dove vuole essere. Forse Golden State lo è, ma noi e tutte gli altri stiamo cercando di arrivare a quel livello.