La NBA ha deciso di mettere fine alle discussioni tra squadre e giocatori che nascono sui social media, ed in particolare su Twitter.
Dopo la discussione di un paio di settimane fa che ha visto come protagonisti i Portland Trail Blazers, Chandler Parsons e CJ McCollum, la lega ha diramato un comunicato a tutte e 30 le squadre, avvertendole, secondo quanto riportato da Tim MacMahon di ESPN, sulle conseguenze che potrebbe avere prendere in giro e deridere gli avversari o gli arbitri in un contesto come quello dei social media.
Questo memo, inviato dal Deputy Commissioner Mark Tatum, evidenzia come i recenti tweet abbiano “oltrepassato a linea tra appropriato ed inappropriato” e come “un tale comportamento possa risultare in ‘Twitter Wars‘ tra giocatori che possono causare un ulteriore danno alla reputazione e che potrebbero causare sanzioni da parte della lega”
Quello tra Parsons e McCollum è stato l’ultimo caso di questo tipo, ma ritornando indietro nel tempo, più precisamente ad aprile 2015, l’attenzione si sposta su un caso che aveva suscitato ancora più reazioni, ossia quando il social media manager dei Rockets, poco prima di eliminare i Mavericks dai playoff aveva twittato l’emoji di una pistola accanto a quella di un cavallo, un’immagine che non aveva lasciato indifferenti i fan, e che aveva portato al licenziamento dell’impiegato dei Rockets responsabile.