Clima disteso in quel di New Orleans. La quiete prima della tempesta chiamata Playoff.
Nel Weekend dell’All Star Game sono tutti amici o “quasi” amici (qualcuno ha parlato di Westbrook e Durant?) e anche le più accese rivalità sportive sembrano attenuarsi.
LeBron James ha declinato il proprio personale concetto di rivalità ai microfoni di Chris Haynes di ESPN portando esempi concreti:
Non ho una rivalità con Steph Curry. Non puoi dire: «Parliamo di rivalità» e citare Bird e Magic, Carolina Duke, Ohio State -Michigan, e poi dire «LeBron e Steph.» È irrispettoso verso queste altre tre che ho menzionato, anche solo provare a metterci nella stessa categoria. Non abbiamo avuto abbastanza battaglie e chi può dire che ne avremo in futuro? Vedremo, ma metterci in quella categoria con loro è impossibile. Non puoi farlo.
Non è mai successo che per tre anni di fila le stesse squadre si siano trovate a giocarsi il titolo. Se Cavs e Warriors dovessero incontrarsi anche quest’anno ad inizio giugno, a contendersi l’anello nella serie finale, potremmo quanto meno abbozzare un principio di paragone e siamo certi che anche LeBron siederebbe volentieri al tavolo di discussione, magari con Draymond Green,che ha le idee già piuttosto chiare.