Nonostante il nome di Paul George, assieme a quello di Jimmy Butler, sia stato il più chiacchierato, durante questa sessione di mercato, con i Denver Nuggets e i Boston Celtics che ci hanno provato fino alla fine, il campione olimpico ai giochi di Rio, è rimasto ai Pacers.
George, al termine della seduta di allenamento di ieri, che coincideva praticamente con la fine dei negoziati, ha parlato ai media presenti esprimendo tutta la sua frustrazione in merito al fatto di non essere informato in maniera chiara dal front office di Indiana, riguardo l’andamento dei colloqui con le altre franchigie.
“È stato una specie di momento buio e di incertezza, ed è stata la parte frustrante. Dal momento che tu (Indiana Pacers) vuoi che sia il tuo uomo di riferimento, ho pensato che dovevo essere informato un po’ di più”
Secondo quanto riportato da varie fonti, nonostante la frustrazione provata in questo periodo di negoziati, la prima opzione del numero 13, che sarà Free Agent nel 2018, resta quella di firmare nuovamente coi Pacers, con i Los Angeles Lakers sullo sfondo come unica reale alternativa contemplata.
Sempre al termine della seduta di allenamento, George ha dichiarato di non pensare più a ciò che è successo (o meglio non successo) durante il periodo di negoziati ma di essere concentrato soltanto sui Pacers e sull’ultima porzione di stagione.
“Ho un lavoro da fare qui, sto cercando di dare una svolta alla nostra stagione cercando di aiutare la squadra a diventare migliore. Ecco l’unica cosa a cui sto pensando. È facile bloccare il resto, non posso permettermi che sia un peso per me (riguardo le voci di mercato). Diventare una squadra migliore è l’unico mio pensiero al momento”
Paul George parla da leader ma in qualche maniera è stato ferito dal comportamento della sua dirigenza. Il capitolo riguardo il suo futuro non è chiuso e quindi ci attendiamo un’estate movimentata per Larry Bird e i Pacers.