Poteva andare decisamente peggio per i Golden State Warriors. Nelle ore immediatamente successive all’infortunio subito nella trasferta di Washington da Kevin Durant, le indiscrezioni degli addetti ai lavori maggiormente informati pronosticavano lunghi, lunghissimi tempi di recupero, che addirittura avrebbero potuto chiudere la stagione del prodotto di Austin e compromettere il cammino al titolo della franchigia.
Fortunatamente però con gli esiti della risonanza magnetica, che ha riscontrato una distorsione di secondo grado al legamento collaterale mediale e una contusione alla tibia, sono arrivate anche buone notizie dal punto di vista del recupero, che lo vedranno indisponibile per sole 4 settimane prima di una successiva rivalutazione clinica, che se positiva permetterebbe a Kevin Durant di tornare a giocare addirittura prima della fatidica data del 15 aprile, quando avranno inizio i Playoff.
Con Durant fuori, per gli Warriors sarà necessario ritrovare il miglior Steph Curry, che nel corso della del campionato era stato motivato dallo stesso KD a principale attore della squadra. Nonostante infatti il record stagionale di 50-10 che consente alla franchigia di entrare ulteriormente nella storia della NBA, la stella degli Warriors non è ancora riuscita a brillare come nelle scorse stagioni, ed ora più che mai gli verrà chiesto di dimostrare tutto il suo potenziale.
In questa stagione Kevin Durant stava viaggiando ad una media di 25 punti, 8 rimbalzi e 4 assist, con una percentuale pari al 53%.
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