Buddy Hield è stato la vera contropartita “core” nell’affare che ha portato DeMarcus Cousins ai New Orleans Pelicans. La 23enne guardia originaria delle Bahamas ha giocato una prima parte di stagione fatta di alti e bassi con la squadra della Louisiana (8.9 punti, 2.9 rimbalzi, 1.3 assist e 0.4 rubate sin qui in regular season), ma i Sacramento Kings, e in particolare l’owner Vivek Ranadive, vedono in lui un potenziale da stella di prima grandezza. Un potenziale alla Steph Curry.
PROSPETTIVE
Questi i commenti di Hield a riguardo (fonte Bleacher Report):
Non sono Steph Curry. Sono me stesso. Sono Buddy. È vero: al college il mio stile di gioco era simile a quello di Curry, ma devo ancora crescere molto. Steph è un giocatore unico, vive in un mondo cestistico tutto suo. A volte è davvero in grado di fare ciò che vuole. Io ancora non posso dominare le partite come fa lui.
Concetti chiari, che rimarcano pure, tra le righe, la fiducia incondizionata in sé stesso nutrita dal buon Buddy. Le statistiche dell’annata da rookie, però, sono al momento impietose: Curry ha chiuso la prima regular season NBA con 17.5 punti, 4.5 rimbalzi, 5.9 assist, e 1.9 rubate di media, numeri sostanzialmente doppi in ogni categoria rispetto a quelli di Hield (quasi doppi, tuttavia, anche i minuti della stella dei Warriors: 36.2 a 20.8; da segnalare anche il dato della percentuale al tiro da tre: 44% contro 37%).
Hield ha potenziale, pur se a 23 anni compiuti è uno dei rookie più “stagionati” del 2016-2017. Resta da vedere se Sacramento, franchigia tra le più disastrate dell’intera NBA, riuscirà a metterlo nelle condizioni di spremere tale potenziale fino in fondo. Per diventare, nel giro di un paio di stagioni, un credibile clone di Steph Curry. Oppure, ancora meglio, per dire la propria nell’affollato mondo delle guardie NBA rimanendo Buddy; rimanendo sé stesso.
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