Era il 23 Febbraio, mancavano poche ore alla trade deadline e i Cleveland Cavaliers, alla ricerca di un lungo da affiancare a Tristan Thompson, sembravano intenzionatissimi, dopo averlo visto all’opera in un workout, a mettere sotto contratto Larry Sanders.
Dal taglio coi Bucks e conseguente possibile ritiro, visti anche i problemi con la marijuana e la depressione, alla concreta possibilità di giocare la Finale NBA. Sembrava tutto fatto poi però Nerlens Noel viene scambiato dai Philadelphia 76ers ai Dallas Mavericks che spediscono Andrew Bogut nella Città dell’amore fraterno. I Sixers, che hanno vari problemi, tranne quello di profondità nel reparto lunghi, decidono di tagliare il centro australiano che diventa dunque l’obiettivo numero uno del GM dei Cavs David Griffin, che riuscirà a metterlo sotto contratto.
In Ohio tutti felicissimi per il grande colpo di mercato, tranne ovviamente Sanders, che dopo due stagioni di inattività, sognava il rientro in NBA, per fare ciò che sapeva fare meglio: giocare a basket.
La notte scorsa, i Cavaliers, ospitavano i Miami Heat e Bogut era finalmente a disposizione di Coach Lue, pronto per il debutto. Pochi minuti in campo e la tibia sinistra fa crack. L’australiano è costretto a lasciare il campo. I primi messaggi non inducono all’ottimismo e infatti poche ore dopo la fine della gara, arriva il responso dei medici: frattura della tibia sinistra e tempi di recupero da stabilire anche se probabilmente la sua stagione può dirsi conclusa.
I Cavs fanno sapere che ancora nessuna decisione è stata presa ma stando a quanto riportano ESPN e la CBS, i Campioni NBA in carica sembrerebbero intenzionati a tagliare l’ex Warriors per mettere sotto contratto quel Larry Sanders, sedotto e abbandonato.
Da quel giorno sembra passata un’eternità e invece sono trascorsi appena 11 giorni e per Sanders, le porte NBA (e di nuovo dei Cavs), sembrano clamorosamente riaperte. Che sia la volta buona?
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