Qual’è la franchigia, tra le 30 attualmente in NBA, ad aver accumulato il maggior numero di record? Risposta facilissima: i San Antonio Spurs.
Da 20 stagioni ormai, da quando sulla panchina dell’AT&T Center è arrivato Gregg Popovich, gli Speroni, non solo non hanno mai mancato l’accesso ai Playoffs ma hanno stabilito o ritoccato innumerevoli record, interni e non, che resistevano da anni.
Gli ultimi due, in ordine temporale, sono stati stabiliti questa notte, nella partita contro i Sacramento Kings che tutto prometteva, tranne che di essere una partita che sarebbe entrata a far parte della storia della franchigia texana.
Si perché Pop, in pieno stile Pop, si è presentato in California senza Kawhi Leonard e LaMarcus Aldridge e soprattutto perché a metà secondo quarto i suoi, erano sotto di 28 punti.
Nessun problema, perché gli Spurs dell’ex allenatore di Pomona College, sono un macchinario perfetto, dove tutti sono fondamentali ma nessuno indispensabile e dove tutti sanno qual’è il compito che devono svolgere. Rientrati dagli spogliatoi, per il secondo tempo, i nero-argento non sbagliano praticamente più niente, rientrano in partita nel terzo quarto e operano il definitivo sorpasso nell’ultimo periodo ottenendo la vittoria numero 50 in stagione, cifra raggiunta per 18 anni consecutivi (ecco il primo record) e grazie alla più grande rimonta della gestione Popovich (secondo record).
Con la contemporanea sconfitta dei Golden State Warriors contro i Celtics, gli Spurs sono a una partita e mezzo da Curry e soci a tre giorni dal penultimo scontro diretto di questa stagione. Non proprio un brutto modo per arrivarci.