Nel panorama NBA dici Curry e ti viene subito in mente Steph, campione nel 2015 e MVP della Lega da due anni consecutivi in maglia Golden State Warriors, ma c’è un altro Curry che sta facendo parlare di sé. No non è papà Dell, anch’egli giocatore NBA per una vita in quel di Charlotte, bensì il fratello Seth che si sta mettendo in luce con la casacca dei Dallas Mavericks.
Prodotto di Duke ma undrafted nel 2013, Seth non si è dato per vinto e ha iniziato a girovagare tra NBA e D-League, tra contratti decadali, non garantiti o al minimo salariale, finché il luglio scorso si è accasato in Texas dove si è ritagliato il suo spazio e pian piano si è affermato nel quintetto di coach Rick Carlisle. Seth Curry finora sta tirando meglio del fratello maggiore sia dal campo (48% contro 46.1%) sia dall’arco (43.3% contro 39.3%).
Seth Curry ha cambiato marcia con l’inizio del 2017: da gennaio sta viaggiando a 15.2 punti di media a partita col 51.1% dal campo e col 47.5% da 3 punti. Le sue cifre migliorano ancora di più se prendiamo in considerazione il periodo post All-Star Weekend: nelle ultime 10 gare 18.4 punti, 3.2 rimbalzi e 3 assist di media con percentuali sensazionali (52% da 2, 50% da 3, 95% ai liberi).
Numeri da far impallidire anche il più quotato Steph che ha parlato così di Seth coi giornalisti presenti allo shootaround dei Warriors.
Sta facendo qualcosa di fantastico, sono molto contento per lui. Ha saputo cogliere l’occasione nel migliore dei modi, guadagnando il posto in quintetto e in seguito tanti minuti oltre a giocare bene. In questo momento mostra una sicurezza nei propri mezzi pazzesca, gioca in scioltezza: adoro vederlo così. Sta dimostrando giorno dopo giorno di meritare di stare in questa Lega e lo dimostra ogni giorno di più.