3. DINO RADJA
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L’arsenale di movimenti in post-basso di Dino Radja ha pochi eguali nella storia della pallacanestro europea. Poteva punirti in vari modi, risultando sempre elegante ed efficace. Il suo modo preferito per umiliare l’avversario erano il fadeaway in post-basso (rigorosamente segnato con la mano in faccia) e lo spin move, con cui mandava il difensore negli spogliatoi a prendersi un Oki per il mal di testa.
Protagonista nella Nba per quattro anni in maglia Celtics (dal 1993 al 1997), decise di abbandonare il Massachussets e gli States per via di una trade mancata che avrebbe dovuto portarlo a Philadelphia in cambio di Clarence Weatherspoon. Questi intrighi burocratici non piacquero a Dino.
“Veni, vidi, vici”, diceva Giulio Cesare nella sua biografia, composta da Plutarco. Fu così anche per Dino. Tornò in Europa al Panathinaikos nel 1998 e vinse due campionati consecutivi da protagonista.
Nei suoi quattro anni vissuti oltreoceano, in ogni caso, ha messo su delle statistiche di tutto rispetto, che gli sono valse l’ingresso nel podio di questa Top 10: 16.7 punti, 8.4 rimbalzi e 1.6 assist ad allacciata di scarpe, con il 49,7% nel tiro da due ed il 73.5% in lunetta.