La rosa
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Strana parabola quella di Gilbert Arenas. Gli esperti NBA predissero che non avrebbe giocato alcun minuto, e la scelta con cui i Golden State Warriors lo chiamarono al Draft 2001 sembrò dar loro ragione, dal momento che nel ruolo di Arenas erano già piuttosto coperti.
Agent Zero, come da lui stesso affermato in uno degli spot più famosi ed emozionanti dell’Adidas, rimase così in panchina per le prime 40 partite della sua stagione. Poi finalmente un’occasione, e tutti si accorsero del suo talento: al secondo anno ricevette così il premio come Most Improved Player. Il pubblico NBA vide però la sua vera esplosione qualche tempo dopo, agli Wizards: tra il 2005 e il 2007 fu una presenza fissa all’ All-Star Game, e la stagione 2005-06, da 29.3 punti di media, ne è la giustificazione più ovvia. Come dice il proverbio, però, non ci sono rose senza spine: dopo una fioritura così rapida, nel momento più alto della sua carriera, Arenas prima subì una serie di infortuni che lo limitò a 15 apparizioni in due stagioni, poi, nel 2010, la sospensione che pose praticamente la parola fine alla sua carriera.