7. Le ombre cinesi
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Fluido, sfuggente, imprevedibile, efficace. Bellissimi aggettivi, per carità, ma a nessuno verrebbe da accostarli ad un gigante da 229 centimetri per 141 chilogrammi. Proprio nessuno. Almeno fino al giorno in cui Shareef Abdul-Rahim, allora in forze ai malcapitati Portland Trail Blazers, si vede arrivare contro in transizione l’intera muraglia cinese. Inafferrabile come un’ombra fa passare il pallone dietro la schiena con la naturalezza di un playmaker dalle mani educate, manda Shareef in un luogo tuttora sconosciuto che i confini dello schermo televisivo non permettono di stabilire e finisce a canestro con una schiacciata poderosa. Tutto nella norma, per il ball-handler residente fisso in un palazzo di Shanghai da più di 2 metri e 20.
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