1. DIKEMBE MUTOMBO
I didn’t want to play basketball until I was 18 because I just didn’t like it. I didn’t like the game. I thought it was too physical.
Fa un certo effetto rileggere questa dichiarazione di Dikembe “not in my house” Mutombo ricordandosi quella che è stata la sua carriera Nba. Protettore incorruttibile dei pitturati Nba, riuscì nell’impresa di vincere ben 4 titoli di miglior difensore dell’anno (nel 1995, 1997, 1998 e 2001). La sua propensione al dominio fisico sull’avversario ne ha costituito il marchio di fabbrica di un’intera carriera, anche per quanto riguarda le stoppate (vincitore della speciale classifica negli anni 2000 e 2001). In questo senso, il suo gene africano ha di sicuro giocato un ruolo fondamentale. Scavando nella sua adolescenza, si può facilmente scoprire quanto la sua famiglia fosse devota. La ferrea educazione religiosa (oltre che culturale, dato che suo padre era un insegnante e teneva tantissimo alla crescita intellettuale di suo figlio Dikembe) ricevuta, può spiegarne, in parte, l’intransigenza e la costante applicazione difensiva (della fede prima, dei ferri Nba poi).
Suo padre non fu solo la sua guida spirituale e culturale, ma anche la sua guida verso il meraviglioso mondo della pallacanestro. Notata, infatti, la stazza del figlio, decide di regalargli un canestro ed una palla a spicchi, riconoscendo in quella disciplina sportiva la medesima tensione verso il cielo presente nella religione.
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