10. SHAQUILLE O’NEAL
Cominciare a parlare di questo straordinario atleta ricordandone i soprannomi richiederebbe troppo tempo e troppa fatica. Ci limiteremo a chiamarlo “Shaq” o “Diesel”, i due soprannomi più identificativi. La sua lista di soprannomi, di per sé infinita, non si avvicina peraltro neanche lontanamente alla lista di premi individuali e di squadra raccolti. Stiamo parlando del giocatore, forse, più dominante di sempre. Un incubo costante per le difese avversarie e per gli addetti ai canestri delle arene Nba.
Il tre volte MVP delle Finals ed una volta MVP della Regular Season, non è atterrato sul pianeta Terra da una navicella aliena, ma ci è arrivato grazie al sacrificio e al duro lavoro. Due elementi imprescindibili per chiunque abbia cominciato a giocare a basket in ritardo rispetto ai suoi coetanei. Shaq scelse di dedicarsi con costanza al basket all’età di 14 anni, nella Robert G. Cole High School a San Antonio. Nel suo ultimo anno di high-school, condusse la sua squadra al titolo nazionale con le medie di 32 punti, 22 rimbalzi e 8 stoppate a partita. Il Diesel aveva appena iniziato la sua corsa verso la Hall of Fame, con il primo di una serie infinita di successi.
Nel suo caso, è doveroso ringraziare il suo patrigno che, per primo, lo indirizzò alla pallacanestro. Con buona pace degli allenatori di football e baseball.