5. DIRK NOWITZKI
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Il leggendario cestista di Würzburg, al contrario di quanto si possa pensare ammirandone i fondamentali, non è di certo nato con una palla a spicchi tra le mani. La sua famiglia era legata alla cultura sportiva, ma né sua madre, né suo padre scelsero mai di forzarlo a praticare uno sport particolare. Sino all’età di 15 anni Dirk si era dedicato a qualsiasi sport, esclusa la pallacanestro. Di sua spontanea volontà, motivato forse dalla notevole crescita in altezza, scelse di provare a giocarsi la carta basket, entrando a far parte degli allora DJK Würzburg, società sportiva locale.
Gli Déi del Basket, che amano i propri seguaci, scelsero di farne un loro protetto. L’intermediario fu quell’Holger Geschwindner ormai noto ai più, che assistette per puro caso (se la ridono lì in cielo le divinità cestistiche) ad un allenamento di un Dirk allora sedicenne. Fu amore a prima vista. L’occhio esperto di Geschwindner vide qualcosa che nessun altro aveva ancora visto in quel ragazzino sgraziato. La sua divenne una Causa, una ragione d’esistenza: doveva far sì che quella luce che accecava solo lui arrivasse ad accecare l’intero mondo della pallacanestro.
Dopo soli 5 anni dal suo primo contatto con una palla da basket, Nowitzki fu chiamato dai Milwaukee Bucks con il numero 9 nel Draft del 1998. La sua avventura in Wisconsin durò poco meno di un’ora. I Bucks, infatti, scelsero di cedere quel signor nessuno tedesco ai Dallas Mavericks, in cambio di Robert Traylor e Pat Garrity, scelti rispettivamente con il numero 6 e 19 nello stesso Draft.
Quella luce prima visibile solo da Geschwindner, aveva appena iniziato ad irradiare la Lega e continuerà a farlo ininterrottamente per altre 19 stagioni (and counting).
La nostra speranza, ovviamente, è che il momento di riporre gli occhiali da sole arrivi il più tardi possibile.
Gli Déi del basket sono al nostro fianco!