Dennis Rodman non passa mai inosservato: non ci passava da giocatore tra capigliature stravaganti e prestazioni da campione, non ci passa nemmeno ora quando fa o dice qualcosa. Il cinque volte campione NBA è stato interpellato a proposito dell’annosa questione che ormai è diventata un must nelle ultime settimane, ovvero quella riguardo il riposo dei giocatori nell’arco della regular season.
Si gioca tanto, forse troppo, e spesso ai big vengono risparmiate alcune partite per salvaguardarne l’integrità fisica. Il più bersagliato per i riposi programmati è LeBron James, accusato soprattutto dai colleghi old school di esagerare nell’adottare questa tattica e di prendersi delle pause troppo sovente. Non ha voluto mancare nel dibattito anche una voce – da sempre fuori dal coro – come quella di Rodman, che ha parlato così a Bill Reiter di CBS Sports.
A differenza di LeBron, Michael Jordan non si è mai riposato una volta: giocava ogni singola partita, non me ne ricordo una saltata per riposarsi. Ora come ora LeBron ha uno status tale che può permettersi di fare tutto questo, così come lamentarsi o altre storie del genere. Inoltre sento dire che adesso c’è molto talento nella Lega, ed è vero, ma non c’è paragone rispetto ai tempi quando giocavo io. Allora i giocatori erano davvero duri e aggressivi, adesso è diverso. Michael Jordan dominava lo stesso nonostante le difese dure che trovasse ogni sera, risultato? È stato il miglior realizzatore per quasi dieci anni di fila, a 32 di media a gara, ogni sera giocando sempre al massimo. Quelli erano tempi duri, adesso è tutto facile: queste triple doppie frequenti e numeri pazzeschi prima non si vedevano. Prima una stella doveva giocare contro difese come la nostra negli anni dei Pistons, una difesa che era davvero durissima: uno come Jordan però non arretrava mai, giocava sempre e ogni volta sempre più forte per riuscire a batterci.