Joe Johnson non è mai stato un top-10 NBA, in nessuna fase della sua carriera iniziata nell’ormai lontano 2001 (è stato scelto dai Boston Celtics al numero 10 del draft di quell’anno). L’ala piccola originaria dell’Arkansas, però, è una vera e propria incarnazione fisica dell’applicazione, della costanza di rendimento e della durabilità cestistica: la scorsa notte, nella sconfitta dei suoi Utah Jazz contro i Portland Trail Blazers di un indemoniato Damian Lillard, Johnson ha segnato 13 punti e ha raggiunto il traguardo dei 20.000 messi a referto in carriera.
ISO JOE
L’ex Celtics, Suns, Hawks, Nets e Heat è il 42esimo giocatore a entrare nel club NBA più esclusivo. Obiettivo raggiunto con una sola stagione in carriera (2006-2007) a 25 punti di media e altre 4 con più di 20 punti (tutte in maglia Hawks). Johnson, anche in questa fase finale della propria parabola cestistica, sta trovando spazio come tiratore d’élite (ha il 37% abbondante da tre in carriera; 40% in stagione) e come leader di un gruppo, quello degli Utah Jazz appunto, fatto di giocatori di grande talento (Gordon Hayward e Rudy Gobert su tutti) ma privo di esperienza ad alto livello.
Gli altri giocatori attivi in NBA con 20.000 o più punti sono Dirk Nowitzki (30.228), LeBron James (28.755), Paul Pierce (26.387), Vince Carter (24.544), Carmelo Anthony (24.139) e Dwyane Wade (21.297). Non esattamente un brutto gruppo di cui far parte.
I Jazz, dal canto loro, per tornare a far parte del conclave delle squadre NBA di altissimo profilo, avranno bisogno, nell’imminente postseason (si sanno già gli avversari: gli iperatletici Los Angeles Clippers) di tutta l’esperienza dei propri uomini più navigati. “Iso” Joe Johnson in testa.
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