Iniziamo la nostra Playoffs Preview analizzando la condizione delle due squadre nell’ultimo periodo:
Houston Rockets: Già certi certi del proprio posto nel mondo, gli uomini del Barba arrivano ai playoff dopo un paio di settimane passate in completa serenità, anche se con una tendenza differente da quella che si potrebbe pensare per una squadra arroccata nel fortino della propria terza posizione da lungo tempo. D’Antoni e il suo staff hanno deciso, di comune accordo con i giocatori, di non realizzare quei turni di riposo che tanto stanno facendo discutere all’interno del mondo NBA tranne, ovviamente, in caso di acciacchi vari. Anche la gestione dei minuti non è grossomodo cambiata, soprattutto quella della stella polare Harden che, per fare un esempio, ha passato ben 37 minuti sul parquet nella sconfitta subita a Detroit lo scorso 7 aprile.
L’ultimo mese e mezzo vissuto in ciabatte ha visto i Rockets collezionare 12 vittorie a fronte di 7 sconfitte, non proprio un record in linea con l’annata, ed è stato significativo perché ricolmo di partite importanti che hanno confermato lo status attuale dei Rockets. Vale a dire essere la prima delle “normali”, testimoniata dalle vittorie con OKC (ci torneremo poi), Memphis, e Clippers e dalle sconfitte con Golden State (due volte) e San Antonio. Al rendimento altalenante si aggiunge l’unico infortunio serio del roster, ovvero la frattura della mano di Sam Dekker, pedina preziosa della panchina di Houston in ottica rotazione, che lo costringerà ad un stop presunto fino al termine di aprile.
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Oklahoma City Thunder: Oklahoma ha vissuto l’intero mese di marzo sulla giostra delle emozioni, complici le sfide d’alta classifica (3 sconfitte con Rockets, Spurs e Warriors a fronte di una sola vittoria con gli Speroni), il folle inseguimento di Russell Westbrook alla tripla doppia di media e al record di Oscar Robertson e alle vicissitudini di una classifica che ha dato per un attimo l’impressione di poter migliorare salvo poi riassestarsi in una sesta posizione che rispecchia bene il valore dei ragazzi di coach Donovan. Un peccato da un certo punto di vista perché l’accoppiamento con Utah poteva essere favorevole per avere maggiori chance di passaggio del turno (3-1 in stagione contro i mormoni).
Ça va sans dire che i minutaggi non sono stati toccati nell’ultimo periodo sfruttando l’onda di entusiasmo creata dallo #0. Il roster dell’ex allenatore dei Florida Gators arriva nel momento più caldo e importante della stagione senza grandi problemi se si escludono le poche partite di assenza di Alex Abrines e, ben più importante, di André Roberson, comunque abili e arruolabili in vista di gara-1. Un roster al gran completo che sarà fondamentale per giocarsi le proprie chance.
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Sfida nella sfida
Secondo voi, quale sarà la sfida nella sfida della nostra Playoffs Preview? James Harden versus Russell Westbrook, of course. Sembra quasi superfluo dirlo ma le attenzioni si catalizzeranno sulle due point guard. Barbanera con 29.2 punti, 8.1 rimbalzi, 11.2 assist e 5.7 turnovers per partita, Agent Zero con 31.7 punti, 10.7 rimbalzi, 10.2 assist e 5.5 turnovers. Per chi volesse approfondire il confronto statistico basta guardare qui. Quello che conta, al di là dei numeri, è il grado di leadership assunto quest’anno nelle due franchigie e che sono chiamati a confermare in questa prima serie.
James Harden ha dimostrato di poter gestire i ritmi e l’attacco di una squadra per quasi la totalità del tempo che trascorre sul parquet (dissipando i legittimi dubbi di inizio anno) anche se producendo un numero elevato di palle perse, aspetto rimproverato ad entrambe le star. Inoltre ha sempre pensato a coinvolgere i compagni (leader della classifica degli assist, anche se avere una schiera di tiratori puri aiuta) senza cullarsi troppo nelle poco memorabili isoball che, quando giocate quest’anno, hanno anche prodotto dei buoni risultati. L’applicazione difensiva risulta sempre difettosa ma non ai livelli indisponenti della scorsa stagione, il che lo rende un fattore non totalmente negativo in difesa. Guardando le statistiche risulta addirittura un difensore sopra la media (!) per quanto riguarda la difesa sul perimetro (34.1% contro il 35.2% della lega) e, in generale, concede il 44.9% contro di lui, solo 1.4% superiore alla media della lega. La presenza mentale nella metà campo difensiva è testimoniata anche dalla frequenza con cui il nativo di Los Angeles vada a contestare il rimbalzo, segno di come sia totalmente calato all’interno del sistema dantoniano.
Se James Harden ha stupito tutti quelli che non credevano nelle potenzialità dei Rockets, Russel Westbrook ha fatto ciò che dall’addio di Durant tutti si aspettavano, ovvero trascinare la squadra. Quello che nessuno prospettava era una stagione leggendaria. Tripla doppia di media già messa in cascina, unico nella storia con Oscar Robertson, record assoluto di triple doppie in una stagione, attualmente a quota 42, a più uno su Big O. Nessuno poteva anche solo immaginare una stagione del genere, figurarsi realizzarla. E allora non importa che prenda 24 tiri a partita (di gran lunga il primo nella Lega) con il 42.4% dal campo (ovvia conseguenza dello sproposito di tiri), spesso mal costruiti o addirittura non costruiti, non importa che abbia un Usage% fuori da ogni umana comprensione (40.8%) e non importano nemmeno che sia un difensore sotto la media, anche se sappiamo che potenzialmente potrebbe essere un buon difensore. Nonostante ci siano statistiche che lo incoronino e statistiche che lo detronizzino basta un singolo dato per comprendere quanto sia assurda la strampalata teoria per cui la ricerca delle triple doppie di Russ danneggi OKC: quando Westbrook va in tripla doppia OKC ha un record di 33-9; quando ha numeri inferiori il record dei Thunder è 13-25. Forse, come scrive Dario Vismara, per comprendere il posto di Westbrook nella storia , avremo bisogno di un paio di decenni.
Precedenti stagionali
I confronti stagionali tra la franchigia dell’Oklahoma e quella texana vedono in netto vantaggio gli uomini in canotta Rockets, con un parziale di 3-1. L’unica vittoria degli uomini di Donovan è arrivata al primo “round” il 16 novembre, dove si imposero per due soli punti in rimonta (105-103) sul parquet amico, mentre i successivi tre incontri hanno visto trionfare la testa di serie #3, nei primi due casi in seguito a delle partite combattute (102-99 e 118-116 i parziali) e nell’ultimo confronto del 26 marzo con un distacco più netto (137-125).