Se ci fosse un premio per la squadra più migliorata dell’anno, sicuramente i Washington Wizards sarebbero in corsa per vincerlo. John Wall e compagni infatti, rispetto allo scorso anno, hanno fatto registrare un eccellente +8 alla voce vittorie stagionali.
Di tutt’altro stampo invece la stagione di Atlanta. Certo i ragazzi di coach Mike Budenholzer si sono dimostrati anche quest’anno squadra solida e rispettabile, tuttavia l’involuzione che affligge gli Hawks da due anni a questa parte è preoccupante. Nel 2014/2015 le vittorie in Regular Season furono 60, lo scorso anno 48, la stagione appena conclusa ha fatto registrare “solo” 43 successi. Se il vuoto lasciato da DeMarre Carroll, approdato lo scorso anno ai Raptors, era stato difficile da colmare, effetti ancora più dannosi sono stati procurati dalle partenze di Al Horford e Teague, ad inizio anno, e di Kyle Korver al termine della trade deadline. Vediamo come arrivano a questo turno in questa Playoff Preview.
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Se prendiamo a campione le ultime 10 partite stagionali, le due squadre entrano in questa sfida con lo stesso record di 6 vinte e 4 perse. Eppure, analizzando il dato in maniera più approfondita, possiamo affermare che, tra le due, è Atlanta la squadra che arriva meglio a questi Playoff. I ragazzi di coach Budenholzer infatti, nelle ultime settimane hanno avuto ragione dei Celtics e, ben due volte, dei Cavaliers. Queste vittorie di prestigio hanno restituito morale agli Hawks che erano reduci da una striscia di 7 sconfitte in 12 giorni, tra il 14 e il 26 Marzo. Buone notizie anche dall’infermeria visto che Thabo Sefolosha è ufficialmente rientrato a disposizione.
Per Washington, nell’ultimo scorcio di stagione, non sono arrivate vittorie clamorose ma dobbiamo dire che gli Wizards, erano sicuri della quarta piazza già da tempo ed è quindi possibile che le ultime gare siano state prese un po’ più alla leggera, rispetto a quello che hanno fatto gli Hawks.
Sfida nella sfida
D’accordo il talento sconfinato di John Wall e l’esplosione (forse) definitiva di Otto Porter ma il vero game changer per Washington potrebbe essere Bradley Beal. Il motivo? Molto semplice. Gli Hawks sono una delle squadre che concedono più tentativi da 3 punti agli avversari (quasi 11 a partita) e se l’ex Florida Gators, che in stagione è settimo per triple tentate, manterrà fede alla sua percentuale dall’arco (oltre il 40%) saranno dolori per Atlanta.
L’asso nella manica di coach Budenholzer invece, dovrebbe essere il solito Paul Millsap. Certo anche Howard sotto canestro promette di essere un osso durissimo per il pur arcigno Gortat, ma le fortune di Atlanta passeranno principalmente dal numero 4 che sarà decisivo in entrambe le metà campo.
Precedenti stagionali
In regular season Atlanta e Washington si sono affrontate quattro volte con un dominio abbastanza evidente degli Wizards che si sono imposti in ben tre occasioni. Tuttavia in due dei tre successi, la vittoria per i ragazzi di coach Brooks è arrivata con uno scarto inferiore ai 5 punti, segno che i Maghi partono favoriti ma non sarà certo una passeggiata.
Chiavi della serie
Pur giocando una pallacanestro ad un ritmo non eccessivo (undicesimi per PACE) i Maghi della Capitale risultano particolarmente efficaci nella metà campo offensiva. Settimi nella lega in Offensive Rating (la scorsa stagione finirono al ventesimo posto), se ne facciamo una semplice questione di “punti per partita”, con 109.3, Wall e compagni risultano addirittura quinti. I meriti della crescita nella metà campo offensiva di Washington vanno attribuiti senza alcun dubbio a Scott Brooks. Dopo un avvio non certo esaltante, il coach ex OKC, ha capito che i suoi set offensivi mancavano di fluidità; e allora l’intuizione: Assicuratosi che Gortat non avesse idee diverse dal portare blocchi e raccogliere rimbalzi, ha tolto a Bradley Beal ogni compito di costruzione del gioco lasciandolo fuori area pronto ad approfittare degli scarichi (sia tirando da 3 che penetrando con area libera) e Morris dall’altra parte con lo stesso compito. In questo modo Otto Porter (autentica rivelazione della stagione e serio candidato al premio di giocatore più migliorato) si è ritrovato a giocare più vicino a Wall nella costruzione del gioco, dando vita ad uno dei pick-n-roll più efficaci della Lega.
I diciassette anni vissuti da assistente di Gregg Popovich in quel di San Antonio, sono facilmente rintracciabili nei set offensivi di coach Budenholzer che però, viste le novità presenti nel suo roster ha dovuto anche modificare qualcosa. Nella metà campo offensiva gli Hawks continuano a correre molto (il PACE è salito a 101.7 possessi) e ad affidarsi alla Motion made in Spurs ma se negli ultimi anni, soprattutto grazie ad Horford, riuscivano ad aprire il campo in maniera egregia, con l’arrivo di Howard ci si affida molto di più alla sua stazza in area e alla sua capacità di rollare a canestro pur mantenendo ottime spaziature.
Complice la partenza di Kyle Korver, Atlanta ha ridotto di molto l’uso del tiro pesante, con i soli Bazemore e Hardaway Jr. in grado di essere pericolosi dalla distanza, affidandosi maggiormente alla capacità degli esterni di battere il proprio uomo colpendo la difesa con un taglio o con un palleggio-arresto-tiro. Per un Korver che va, c’è un Millsap che resta. L’ex Utah Jazz è oramai una stella a tutti gli effetti della NBA e la quantità di cose che è in grado di fare su un campo da pallacanestro lo rendono una risorsa preziosissima nonostante stia vivendo la sua peggior stagione al tiro.
Se nella metà campo offensiva, non esiste un confronto tra le due squadre (con gli Wizards nettamente più efficaci), lo stesso si può dire, a parti invertite, della metà campo difensiva.
Pur avendo avuto qualche passaggio a vuoto di troppo negli ultimi tempi, la difesa resta il vero punto di forza della squadra di Budenholzer. Anche nell’organizzazione difensiva l’influenza degli anni vissuti all’ombra dell’Alamo è evidente, tanto che la transizione difensiva è la migliore della Lega assieme a quella dei texani. Come per i set offensivi, anche in difesa coach Bud ha dovuto modificare qualcosa a causa dei nuovi arrivi: mentre con Horford l’obiettivo principale era quello di intrappolare i pick-and-roll degli avversari costringendo il portatore di palla a scaricare il pallone o inducendolo all’errore, quest’anno con Howard gli Hawks cercano di mettere pressione sulla palla, lasciando all’ex Orlando Magic il compito di proteggere il ferro. Elementi fondamentali sono anche il ritrovato Sefolosha e soprattutto Bazemore. Entrambi infatti grazie alla loro straordinaria wing-span sono letali sia come recuperatori di palloni che in close out, elemento quest’ultimo determinante vista la qualità dei tiratori perimetrali di Washington.