Al termine della regular season 2015/2016 Toronto sembrava veramente in grado d’insediare i Cavs fin lì padroni assoluti della Eastern Conference: non ce l’hanno fatta, ma sono riusciti quantomeno a scrollarsi faticosamente di dosso i propri fantasmi, raggiungendo la finale di conference. Quest’anno i Raptors arrivano invece ai playoff con un record e una posizione peggiore (51-31 il record finale, per il terzo posto a Est), ma ciò nonostante paiono se possibile anche più attrezzati della passata, trionfale stagione: ciò si deve a un roster ulteriormente rinforzato in gennaio con l’arrivo di Serge Ibaka e PJ Tucker, e a uno stato di forma nel finale di stagione che pare tornato invidiabile dopo la flessione dei primi mesi del 2017 (12 vittorie nelle ultime 14 stagionali). Anche il rientro del leader tecnico e carismatico Kyle Lowry dopo un lungo infortunio, seppur avvenuto a sole quattro gare dal termine della stagione, pare esser stato più che positivo (27 al rientro, sempre in doppia cifra in queste partite).
A Milwaukee, invece, dopo una stagione di purgatorio un po’ inaspettato, sono tornati gli Happy Days, grazie soprattutto ad un Fonzie d’eccezione come Giannis Antetokounmpo, in grado di chiudere la stagione tra i primi 20 in tutte le cinque principali voci statistiche individuali. Nel corso dell’anno i Bucks hanno perso nuovamente Jabari Parker per un altro grave infortunio, ma quantomeno quasi in contemporanea è rientrato Khris Middleton, a sua volta assente da ben 6 mesi, che ha portato una ventata di pericolosità dal perimetro che alla squadra di Kidd serviva come il pane. Al contrario dei rivali canadesi, partiti benissimo, crollati clamorosamente a inizio 2017 e ora tornati sugli standard di inizio stagione, i Bucks hanno viaggiato abbastanza regolari per tutto l’anno, chiudendo la stagione con un buon 42-40 che è valso il sesto posto nella Eastern Conference.
Sfida nella sfida
Entrambe le franchigie dispongono di una buona front line, ma restano comunque squadre a trazione anteriore, che trovano nel back court il fulcro del proprio gioco. Proprio in questo settore operano le due star contrapposte, e cioè DeMar DeRozan e Giannis Antetokounmpo, due giocatori che, nonostante il ruolo molto simile, eccezion fatta per le grandi doti atletiche e l’invidiabile capacità di mettere punti a referto, non potrebbero essere più diversi in quanto a caratteristiche tecniche: uomo da isolamenti e da punti rapidi e poco altro il primo, all arounder che si esalta in un contesto più collettivo il secondo; attaccante letale contro la difesa schierata e con ritmi più bassi la star dei Raptors, elemento semplicemente inarrestabile in transizione quella dei Bucks; veterano ormai affermato anche a livello playoff (seppur molto altalenante in post season) il numero 10, giovane in rampa di lancio e poco più che debuttante in post season il 34. Insomma, due mondi contrapposti, quasi due filosofie che si scontrano, con l’ago della bussola che potrebbe tendere verso il Canada principalmente per l’influenza magnetica del “fratello” di DeRozan, quel Lowry che potrebbe facilmente diventare il terzo incomodo della sfida.
Il mostro a due teste dei Raptors: Lowry-DeRozan
Precedenti Stagionali
Le quattro sfide di regular season tra le due squadre paiono confermare il pronostico della vigilia della serie playoff, indicando un netto 3-1 a favore dei Raptors. L’unica vittoria di Milwaukee, però, è arrivata proprio nell’ultima sfida di circa un mese fa, nella sola gara giocata tra le due contendenti con il “nuovo” assetto privo di Parker ma con un Middleton in più, peraltro molto positivo (Toronto era però ancora priva di Lowry). Che possa essere indicativo di un quintetto più indigesto per i canadesi?