I Toronto Raptors hanno ospitato i Milwaukee Bucks in gara 1 ed hanno iniziato la post-season come è successo nelle ultime 10 partecipazioni: perdendo. I Bucks hanno infatti strappato la vittoria, meritatissima, grazie ad un Giannis Antetokounmpo in formato superstar e ad una difesa da cinque stelle lusso. Gli ospiti sono partiti fortissimi fin da subito giostrando l’attacco con diversi protagonisti e non lasciandosi tradire dall’emozionante esordio per gambe giovani come quelle guidate da coach Kidd, tanto da chiudere in vantaggio 30-22 alla prima sirena.
Nel secondo quarto i Raptors si ricordano di essere arrivati in terza posizione durante la regular season e, dopo aver subito il -10, imbastiscono un parziale da 11-2 utile per sistemare le cose, con un Valanciunas più carico che mai, supportato dal duo Joseph-Patterson. Ci si aspettava un DeMar DeRozan trascinatore, ed è quello che è stato nel primo tempo. Sono 18 i suoi punti dopo 24 minuti di gioco ed è proprio lui la principale “causa”, assieme ad un ottimo Serge Ibaka, del contro-vantaggio firmato Toronto. Alla fine del primo tempo i padroni di casa si ritrovano in vantaggio di 5 lunghezze (51-46) e soprattutto con una fiducia ritrovata dopo lo spavento del primo periodo.
Nel secondo tempo, però, succede quello che non ti aspetti: i Bucks serrano le fila e mettono in piedi uno show prima di tutto difensivo, che è sicuramente uno dei segreti del parziale di 29-19 del terzo periodo e del 22-13 del quarto. Antetokounmpo è reale trascinatore dei suoi, coadiuvato da un ottimo Brogdon (16 punti e 6 rimbalzi) e dal resto dei compagni di “prima fascia”. La già citata grande capacità difensiva di Milwaukee e la continuità offensiva producono un vantaggio che a lungo andare diventa incolmabile, fino a raggiungere il +17 del 93-76 negli ultimi istanti del match. Un Kyle Lowry disastroso (2/11 dal campo e 4 punti) non aiuta i Raptors a rimanere in carreggiata ed i padroni di casa cadono malamente in gara-1 con i soli DeRozan (27 punti) e Ibaka (19 punti e 14 rimbalzi) “salvati” in una tempesta di errori (36% dal campo per la squadra).
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