Russell Westbrook è sempre più nella leggenda, sia per le prestazioni monstre che per le dichiarazioni post-partita. Il play degli Oklahoma City Thunder, nella gara-2 della serie contro gli Houston Rockets, ha centrato il record NBA per il maggior numero di punti messi a segno in una tripla doppia-playoff (battendo ancora una volta il mito Oscar Robertson). 51 (!) punti, 10 rimbalzi e 13 assist in 41 minuti di gioco. OKC, però, ha perso 115-111 e Westbrook ha sfogato tutta la propria frustrazione nelle dichiarazioni alla stampa.
UNO CONTRO TUTTI
Queste le parole di Russ:
Non mi frega un ca… delle mie statistiche. Abbiamo perso.
Westbrook ha segnato, in buona sostanza, la metà dei punti dei Thunder (Andre Roberson, uno dei peggiori attaccanti della Lega, è stato inaspettato secondo miglior realizzatore di squadra con 12). L’inconcludenza dei compagni lo ha portato a forzare spesso e volentieri e a mettere insieme un “lato oscuro della statline” fatto di 26 tiri sbagliati, solo 4 conclusioni a segno (su 18) nell’ultimo quarto, un orrido 2-11 da tre e 4 palle perse.
Il punto è: dove finisce il delirio di onnipotenza cestistico westbrookiano e dove inizia la mancanza di talento diffusa connaturata al roster dei Thunder? Al resto della serie contro i Rockets, ai posteri e alla prossima prestazione leggendaria di Westbrook – chissà se con annessa dichiarazione piccata – l’ardua sentenza.
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