Secondo appuntamento a casa di OKC che vale per i Thunder la chance di impattare la serie. La partenza dei padroni di casa è tutta orientata al conseguimento di questo obiettivo ed è subito vantaggio con 2 possessi pieni di scarto, complici le percentuali terribili tenute dai Rockets (4/15 nella prima parte di quarto). Ma con Westbrook a rifiatare in panchina, Houston ha vita facile per risalire dal -11 massimo svantaggio e concludere la seguito di sole 4 lunghezze.
Nel secondo periodo Houston non risolve i problemi di disattenzione difensiva e la maggiore energia investita su ogni possesso dai Thunder provoca un altro mini-distacco.
La gara procede ad elastico, con i Rockets sempre in grado di restare a galla grazie al superiore numero di tiri liberi tentati e convertiti, ma largamente arginabili a causa della negativa serata la tiro. Il termine di quarto si fa spumeggiante, con un serrato scambio di canestri fra le due squadre, o meglio: fra Houston e Westbrook. Il numero 0 segna 3 jumpshot di fila e rientra negli spogliatoi già in situazione di tripla doppia (17 punti, 10 rimbalzi, 10 assist), assieme a Chamberlain, il solo a realizzarne una per tre match consecutivi negli NBA Playoffs.
Al rientro dagli spogliatoi Okc mantiene la concentrazione giusta e si porta rapidamente sul +14, coadiuvata loro malgrado dall’orribile ripartenza Rockets (13 palle perse a questa altezza). Ma a scoppio ritardato Houston si desta e trova ritmo in transizione, col tiro pesante piazza l’ennesimo controparziale della partita e come una tela di Penelope è tutto da rifare per i Thunder. I Rockets rimangono così abbarbicati alla partita a fatica e in modi rocamboleschi, complice l’assenza sanguinosa offensivamente di James Harden, fino a questo momento fermo a 8 punti con il 18% dal campo.
L’ultimo quarto è poi quanto di meglio ci si aspetta da una partita di post-season. A 6 minuti dal termine il punteggio è di tied-87. D’Antoni a questo punto effettua una scelta tattica ingolriosa ma che paga dividendi: fallo sistematico su Roberson, peggior tiratore di liberi per Okc, ma anche miglior difensore. La scelta è orientata ad indurre Donovan a rinunciare al proprio giocatore fino al sopraggiungere degli ultimi 2 minuti di gioco, cosa che effettivamente avviene, ma quando ormai Houston ha già accumulato 5 punti di scarto. A mettere il sigillo apparentemente definitivo sulla partita è quindi Harden (16 punti, 7 rimbalzi e 8 assist al termine).
Ma questa è la NBA e per i Thunder gioca Russell “Wild” Westbrook (35 punti, 14 rimbalzi, 14 assist), che in combinata all’estro di Adams improvvisa una tripla che regala ancora speranze ad Okc sul 108-107.
A freddare pressoché immediatamente l’entusiasmo della Chesapeake Energy Arena è quindi Nene, vero valore aggiunto per la vittoria e conseguente 3-1 nella serie per Houston, che concluderà con 28 punti e 10 rimbalzi e il 100% al tiro (12/12).
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