Il Last Two Minute Report è un documento che fa discutere tanti addetti ai lavori ma rientra nell’operazione trasparenza voluta dalla NBA negli ultimi anni. Un’analisi approfondita degli ultimi due minuti di gioco di ogni partita, analisi nella quale vengono discusse e giudicate i fischi arbitrali e le mancate chiamate di ogni partita. Un dossier che nei Playoffs ritorna con cadenza quasi quotidiana e che si occupa di due serie di primo turno nella sua ultima pubblicazione.
La prima è quella tra Indiana Pacers e Cleveland Cavaliers, vinta dai campioni in carica per 4-0. Nella decisivo successo esterno in gara 4 alla Life Bankers Fieldhouse di Indianapolis per 106-102, protagonista è stato – manco a dirlo – LeBron James che ha piazzato una tripla fondamentale a un minuto e otto secondi dalla fine dei regolamentari, tripla però viziata da un’irregolarità.
Nel Last Two Minute Report la Lega spiega che il canestro non sarebbe valso se in precedenza fosse stata ravvisata un’infrazione di passi da parte del Re. Sul 102-100 Pacers, The Chosen One è marcato da Paul George nei secondi conclusivi dei 24: quando mette palla per terra, il numero 23 dei Cavs sposta per primo il piede sinistro che era il perno.
La terna arbitrale non si accorge della violazione e allora ecco che arriva Kyrie Irving per portare il blocco, forzando il cambio e lasciando LBJ 1vs1 con Myles Turner, bruciato dalla bomba del sorpasso in faccia. Risultato: Cleveland non si volta più indietro e cala il cappotto, ponendo fine alla stagione di Indiana.
Il Last Two Minute Report evidenzia anche un altro episodio sfuggito all’occhio degli arbitri, questa volta in gara 4 della serie tra Oklahoma City Thunder e Houston Rockets. Ricostruzione: 7.8 secondi rimanenti sul cronometro del quarto periodo, 111-109 vantaggio Houston, rimessa da fondo campo affidata a Eric Gordon che fatica a trovare ricevitori liberi.
Infatti il ricevitore principe, James Harden, è ben marcato da Alex Abrines, che si pone tra Gordon e il Barba anticipandolo forte e mettendo pressione. Il numero 13 texano prova a liberarsi senza riuscirci, prima di spingere a due mani lo spagnolo ex Barcellona che ci mette anche un po’ di effetti speciali ma non convince gli arbitri a sanzionare il prodotto di Arizona State: eppure il fallo c’era, le immagini lo evidenziano e la Lega ora lo certifica.
Detto questo, l’NBA non fa né marcia indietro né vuole creare polemiche attorno agli arbitri: l’obiettivo del L2M Report è quello di valutare con equità ed equidistanza le azioni prese in considerazione, proprio per darne una lettura ufficiale cui tutti devono attenersi e che tutti devono rispettare, nel bene o nel male.