Il rapporto tra Blake Griffin e i Los Angeles Clippers dura ormai da 7 stagioni. 7 stagioni in cui il massimo risultato raggiunto dalla squadra californiana sono state le Western Conference Semifinals (tre volte: 2012, 2014 e 2015). Ora, con i Clippers sinistramente vicini all’eliminazione nella serie contro gli Utah Jazz (che conducono 3-2 nella sfida di primo turno playoff), il nucleo ormai “storico” composto dallo stesso Griffin, da Chris Paul e da DeAndre Jordan potrebbe infine separarsi.
NUOVE STRADE
Il caso di Griffin, che ha terminato la stagione anzitempo per un infortunio al pollice, è quello più difficile da decifrare. Il giocatore, come Chris Paul, può uscire anticipatamente dal proprio contratto in estate, per sondare il mercato dei free agent. Al contrario di Paul, tuttavia, Griffin non è eleggibile per uno degli ormai noti “supermax contracts” (il playmaker 32enne potrebbe arrivare a percepire 40 milioni di dollari l’anno; solo i Clippers potranno offrirgli un accordo di questo tipo, grazie alle regole NBA sulla “fedeltà” tra giocatori e franchigie).
Questo potrebbe portare l’ala grande 28enne a cercarsi una nuova casa. Va considerato, anche, come i Clippers attuali sembrino aver già spremuto il massimo del proprio potenziale, entrando di fatto in un mini-declino tecnico e atletico (il resto del roster ha un’età media piuttosto alta). Griffin, Paul e Jordan non sono riusciti a trasformare la cultura dei Velieri da perdente in vincente e, secondo fonti ESPN, sarebbero pure ai ferri corti l’uno con l’altro.
Gara 6 di stanotte contro i Jazz non può che avere l’aspetto di una partita da dentro o fuori; non solo perché una sconfitta significherebbe fine dei playoff 2017 per i Clippers, ma anche e soprattutto perché pure da lì passerebbe il sempre più probabile addio di Griffin a una squadra che – anche per colpa di Griffin stesso – non è mai decollata del tutto.
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