Il marchio Big Baller Brand fatica a decollare. La neo-azienda sportiva, fondata da LaVar Ball per supportare economicamente e a livello di marketing le gesta del figlio Lonzo (e dei più giovani LiAngelo e LaMelo), non ha ancora trovato un partner commerciale. LaVar, in vista dello sbarco di Lonzo in NBA, ha provato a bussare alle porte di Nike, Adidas e Under Armour, in cerca di un contratto di sponsorizzazione. Risultato – anche e soprattutto a causa delle numerose sparate dei mesi scorsi che hanno già fatto di papà Ball un personaggio potenzialmente “pericoloso” – tre secchi no.
AGAINST THE WORLD
LaVar ha commentato così su Twitter:
Lasciate che i nostri detrattori continuino a odiarci; Big Baller Brand sarà un successo.
Rivolgendosi pure ai numerosi fan NBA che hanno preso di mira il marchio di famiglia sui social nelle ultime settimane.
I detrattori, va detto, se li è in buona parte creati LaVar stesso dal nulla, dichiarazione al limite dopo dichiarazione al limite. Papà Ball è arrivato a paragonare, con gli interessi, il figlio Lonzo a Magic Johnson, Steph Curry, Jason Kidd e Penny Hardaway, tra gli altri. Non sarà facile, per il diciannovenne Lonzo (a sua volta un peperino, a dire il vero), esordire in NBA senza essere schiacciato dalla pressione e dalle inimicizie di compagni e avversari, con tutto il caos mediatico che si è creato intorno alla famiglia Ball.
Noi ci auguriamo, intanto, che papà LaVar si dia una calmata e poi che, una volta tranquillizzato, riesca a trovare un accordo commerciale vantaggioso per il figlio, che rischia di essere la vera parte lesa di una storia che acquisisce ogni giorno di più dei contorni surreali.
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