Categorie: Playoff NBA

Steph Curry illumina la Baia, gli Warriors si aggiudicano Gara-1

Polveri bagnate da entrambe le parti in quella che ha tutti i tratti della più classica delle sagre dell’errore. Durant perde il primo pallone della partita, ma Johnson, partito in quintetto al posto di Derrick Favors, decide di graziarlo imitandolo; successivamente i vari Durant (per ben due volte, sciupando anche un layup non da lui), Hill e Ingles faticano a trovare la via del canestro. Dopo un minuto e mezzo dall’inizio del match, un Pachulia indisturbato interrompe il digiuno delle due compagini, ma ha tutta l’aria di essere solo un fuoco di paglia dato che Johnson prima e Curry poi continuano a sbagliare i loro tiri. Thompson prova a farsi vedere dal midrange, mentre dall’altra parte Gobert perde ben due palloni consecutivi. Un alley-oop convertito da Thompson, preceduto da un libero di Green, costringe coach Quin Snyder a chiamare il primo timeout della serata con il punteggio fermo sul 7-0 per i padroni di casa. Snyder invita i suoi ad essere più dinamici in attacco, ma Hayward sbaglia una tripla con spazio, a differenza di Pachulia, che si conferma sempre pericoloso dalla media distanza, mentre dall’altra parte, dopo due minuti e mezzo dall’inizio del match, Gobert riesce a segnare i primi punti della sua squadra con un bel gioco da tre punti. Green e Hayward sbagliano le rispettive triple, a differenza dell’evergreen Joe Johnson, che invece riesce a trovare la retina dalla lunga distanza; Kevin Durant risponde con un long-two, che precede di pochi secondi la tripla di Steph Curry. Snyder prova a riequilibrare le sorti del match buttando nella mischia Diaw e Hood, ma quest’ultimo, almeno nel breve periodo, non sembra voler ripagare la fiducia dell’allenatore, sbagliando la prima tripla tentata. Dall’altra parte, Gobert si esibisce con la specialità della casa, ma sulla rimessa successiva Curry viene mandato in lunetta e realizza entrambi i liberi, fissando il punteggio sul 16-9. L’alley-oop orchestrato dalla premiata ditta Hayward-Gobert e il floater di Curry contribuiscono a rialzare le misere percentuali dal campo fatte registrare fin qui da entrambe le compagini, prima che i liberi di Hayward e il layup in transizione di Hood riportino i Jazz a sole tre lunghezze dagli avversari, obbligando coach Mike Brown a rivedere le proprie strategie. Una bella combinazione tra Curry e Igoudala non sortisce gli effetti sperati, mentre Favors si fa notare a rimbalzo offensivo mettendo a referto due preziosi punti per il -1 dei Jazz; Durant prova a spegnere l’entusiasmo degli ospiti con una penetrazione nel pitturato, immediatamente imitata da Shelvin Mack. Curry subisce fallo falla linea dei tre punti, convertendo i liberi concessi dagli arbitri; dall’altra parte Hayward, non trovando compagni da servire, si mette in proprio dal midrange, mentre un ottimo assist di Green mette Curry in condizione di segnare fin troppo facilmente per uno come lui. Igoudala recupera un pallone prezioso nella propria metà campo e corre a schiacciarlo nell’altro canestro; con il layup sbagliato da Mack cala il sipario su questa prima frazione di gioco, con gli Warriors in vantaggio per 27-21.

Il secondo quarto si apre con un bel movimento di David West, che batte il diretto marcatore e trova facilmente la via del canestro, mentre qualche secondo più tardi Thompson scalda la mano dalla lunga distanza. Hill tenta invano di imitarlo e David West ne approfitta per segnare in contropiede; dall’altra parte Johnson trova la via del canestro dopo essersi facilmente liberato di Green, i cui cinque punti nei due possessi successivi costringono Quin Snyder a chiamare il secondo timeout a sua disposizione. George Hill raccoglie il rimbalzo successivo alla tripla di Johnson e manda la sua tripla a bersaglio, mentre dall’altra parte Clark penetra con troppa facilità nell’area avversaria. Gobert, assente in quella circostanza, si fa immediatamente perdonare segnando e poi facendo buona guardia su West dalla media distanza. La difesa degli Warriors inizia a concedere qualche fallo di troppo agli avversari, che tuttavia non sembrano volerne approfittare e per questo vengono puniti dalla tripla in transizione di Thompson. L’airball di Hood macchia una prestazione fin qui positiva, mentre il canestro di Livingston porta gli Warriors sul 46-31. Hill, autore fin qui di una gara caratterizzata da poche luci e tante ombre, perde malamente il controllo del pallone e viene richiamato in panchina da coach Snyder. I Jazz si confermano pericolosissimi in transizione e, anche a causa dell’assenza ingiustificata di Hayward, trovano in Gobert il finalizzatore ideale in queste circostanze. Hood segna nuovamente, ma non può nulla di fronte ai due canestri consecutivi di Kevin Durant, che sembra essersi finalmente deciso a svegliarsi dal torpore iniziale. I due liberi di Diaw fissano il risultato sul 52-39 a poco meno di tre minuti all’intervallo lungo, ma una strepitosa azione individuale di Curry, che prima manda al bar Gobert e poi elude il tentativo di recupero di Diaw, scoraggia ogni tentativo di rimonta degli ospiti.

Durant, a distanza di pochissimi secondi, sbaglia due conclusioni in rapida successione, ma è un lusso che può permettersi con un Curry in formato deluxe. Dante Exum prova a dare la scossa con un floater e un bell’assist a Hayward dopo aver recuperato il pallone, ma la conclusione del numero 20 viene stoppata dal solito Green, che offre a Durant l’opportunità di rifarsi in transizione. Ingles si fa vedere nel pitturato e Hayward tenta di scrollarsi la ruggine di dosso dalla lunga distanza, poco prima che la tripla sulla sirena di Igoudala venga respinta dal ferro: in un match fin qui mai realmente in discussione, gli Warriors conducono per 58-46.

Hill torna sul parquet con un altro piglio rispetto al primo tempo e trova immediatamente la via del canestro, così come Green, Johnson e Ingles, le cui triple finiscono sul fondo della retina.

I Jazz, nonostante i due liberi di Pachulia, scendono sotto la doppia cifra di svantaggio e sembrano in grado di poter riequilibrare un match che sembrava quasi irrecuperabile. Curry, grazie all’ennesimo delizioso assist di Green, prova a ricacciare indietro i Jazz e, dopo una serie di errori al tiro della squadra ospite, la tripla di Durant riporta gli Warriors avanti di 14 lunghezze. Dopo un buon inizio di quarto, le percentuali dal campo scendono sensibilmente a causa dei tanti errori da una parte e dall’altra, con il solo Gobert a minacciare la difesa dei padroni di casa. Dopo essere stato mandato in lunetta in più di un’occasione in questa terza frazione, Pachulia mette a segno il canestro del +15, obbligando coach Snyder a richiamare i suoi in panchina a sei minuti dal termine del terzo quarto. I minuti passano ma la sostanza non cambia: gli Warriors sembrano non voler forzare troppo, limitandosi a gestire la doppia cifra di vantaggio grazie all’estro di uno Steph Curry (coprotagonista di un alley-oop realizzato da McGee) fin qui incontenibile per i Jazz, costretti ad affidarsi in questa fase ad un ispirato Rodney Hood, autore di ben 10 punti in questa frazione, e al solito Gobert.

Il terzo quarto si conclude con il punteggio fermo sull’84-73 per i padroni di casa, che non possono più permettersi distrazioni.

Un problema fisico impedisce a Curry di scendere in campo in quest’ultimo quarto, che si apre con un gioco da tre punti magistralmente eseguito da Draymond Green, mentre dall’altra parte Diaw non ha vita facile nel battagliare con i lunghi avversari. Bastano pochi secondi agli Warriors per dimostrare agli avversari che la Baia non è territorio di conquista: una tripla di un Green in grande spolvero e un passaggio magistrale di West per Igoudala, con la complicità dello sterile attacco dei Jazz, sembrano chiudere virtualmente un match che fino a qualche possesso prima sembrava clamorosamente riaperto. Il timeout chiamato da coach Snyder non porta i frutti sperati: il canestro di Clark, seppur seguito dalla tripla di Johnson, permette ai ragazzi di coach Brown di scollinare quota venti punti di vantaggio, con i Jazz ormai privi delle energie fisiche e mentali sufficienti per rifarsi sotto. David West approfitta del punteggio rassicurante per predicare basket in un’Oracle Arena che dimostra di apprezzare lo spettacolo. Un tecnico fischiato ai danni di Gobert. oltre al gran numero di riserve schierate da entrambi gli allenatori, incanala il match sul binario del garbage time: in una partita che ormai non ha più nulla da dire c’è spazio anche per la prima presenza di Matt Barnes in questi Playoff 2017. Gara-1 termina 106-94 per i padroni di casa, appuntamento fra due giorni per il secondo round di questa Semifinale di Conference!

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Recap

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Pubblicato da
Federico Ameli

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