Nel giorno del suo trentunesimo compleanno George Hill riceve il peggior regalo che potesse aspettarsi, ovvero il riacutizzarsi del problema all’alluce del piede sinistro che lo costringerà a fermarsi. Ergo, niente gara 2 per lui in quel di Oakland, California, dove alla Oracle Arena i suoi Utah Jazz hanno già ceduto il passo in gara 1 contro i Golden State Warriors e ora inseguono 1-0 sotto nella serie di semifinale della Western Conference.
Una tegola pesante per i Jazz, che perdono il loro punto di riferimento sul parquet e nello spogliatoio proprio alla vigilia di un’altra sfida sulla carta proibitiva contro i vicecampioni NBA. Hill è uno dei pochi nel roster dei Jazz ad avere una certa esperienza a livello di Playoffs viste le precedenti avventure in maglia San Antonio Spurs e Indiana Pacers, oltre a essere la trasposizione dell’allenatore in campo.
È stato lo stesso coach Quin Snyder a confermare l’indiscrezione riguardante Hill: ecco le sue dichiarazioni rilasciate a Jody Genessy di Deseret News.
Hill non ci sarà in gara 2: dopo gara 1 il dolore al dito del piede è tornato sempre più forte. Si tratta di un fastidio che George si porta dietro da tutta la stagione, ha saputo conviverci a lungo, ma al momento è il dolore è troppo forte. Vediamo spesso nei Playoffs giocatori che stringono i denti e giocano lo stesso anche in condizioni precarie, ecco pensate quanto dolore deve avere George per non giocare.
Uno Snyder molto realista e intento a scegliere la soluzione migliore per rimpiazzare Hill in quintetto. La scelta più logica ricadrebbe su uno tra Shelvin Mack e Dante Exum, ma non è da escludere la promozione nello starting five di Rodney Hood. Quest’ultimo non ha grandi doti di playmaking ma può tornare utile nel confronto diretto con Stephen Curry, cercando di mettergli un corpo più massiccio addosso e di impegnarlo nella metà campo difensiva.