Utah: cuore e nervi non fermano Durant, gara 3 va ai Warriors

Alla Vivint Smart Home Arena di Salt Lake City, Utah va in scena gara 3 delle Semifinali della Western Conference. I Golden State Warriors si presentano in casa degli Jazz con il quintetto al completo, Draymond Green che accusava un fastidio al ginocchio sembra aver recuperato e parte tra i cinque che si contendono la palla a due iniziale. Brutte notizie invece per George Hill, la point guard al servizio di coach Quin Snyder salterà anche gara 3 per un problema al piede che lo ha visto costretto a saltare la precedente gara 2. Al suo posto confermato Shelvin Mack. Primo per i padroni di casa che prendono subito un tiro forzato di Diaw cadendo all’indietro. A questo si susseguono vari errori di entrambe i quintetti, è Stephen Curry dopo circa due minuti di gioco a cercare i primi punti sbagliando il jumper, a rimbalzo segue Pachulia che serve lo stesso Curry sotto canestro smarcatosi con un taglio backdoor, il numero 30 appoggia a canestro i primi due punti portando a 152 i minuti di leadership di Golden State nella serie, mai sotto di punteggio fino ad ora. Durante l’azione seguente Draymond Green spende il primo fallo personale su Gobert che realizza uno dei due liberi concessi. Poco dopo ancora Green si mette in moto in fase difensiva stoppando il tentativo di layup di Diaw, ma il lungo di casa Warriors non fa in tempo a riscaldarsi che si vede relegato alla panchina a causa del secondo fallo speso nei primi quattro minuti di gioco. Diaw intanto è il terminale offensivo principale di Utah anche se sembra avere ancora le mani fredde,5-1 di tiri dal campo e timeout Jazz sul 10-6 per Golden State. Quin Snyder motiva per bene i suoi giocatori che escono molto bene dal timeout: prima Hayward con il tiro in sospensione dalla lunetta e poi l’alley-oop di Hood per Gobert portano Utah a meno due dai vice campioni Nba.

Intanto Durant prende le distanze mettendo a segno una tripla ed un fadeway che ricorda per eleganza ed efficacia Dirk Nowitzki,

mentre Green tornato in campo vede chiamare il terzo fallo ai suoi danni a soli 5 minuti alla fine del primo quarto di gioco. Panchina obbligata e dentro JaVale McGee che impatta subito la gara toccando, verso le mani di Curry, un rimbalzo offensivo proveniente da una tripla sbagliata da Durant. Curry si butta dentro e subisce fallo, va dalla lunetta, segna il primo libero ma sbaglia il secondo,è ancora McGee che va a sporcare il rimbalzo controllato da Joe Johnson e quindi palla persa per Utah. Alla rimessa seguono gli errori di Durant e poi di Dante Exum da dietro l’arco, ma è l’esperienza dell’ex OKC che eseguendo il movimento celebre di James Harden va a cercare le mani del difensore e guadagna due liberi fissando il risultato sul 22-13 per Golden State. Il finale della prima frazione di gioco si conclude con la prima tripla a segno nei Playoffs di Andre Iguodala ed un canestro di KD in eurostep cominciato dall’arco dei tre punti. Utah è in svantaggio 27-17,ha tirato fino a questo punto con il 29% dal campo e 0-4 da tre punti. Coach Mike Brown intervistato a fine quarto sottolinea l’attitudine e l’aggressività in attacco di Kevin Durant, affermando che è proprio ciò di cui hanno bisogno per portare a casa la gara. Golden State a fine primo quarto ha tirato con il 38% dal campo e 2-7 da tre punti.

In apertura di secondo quarto Joe Johnson segna una tripla importante per rimanere a contatto. Rudy Gobert intanto si fa sentire su ambo i lati del campo guadagnando falli in mismatch ripetuti sotto canestro avversario. Shelvin Mack batte un colpo facendo saltare a vuoto Clark sulla finta e guadagnandosi tre tiri liberi per il 31-23 Golden State. Le disattenzioni costano caro alla squadra guidata da coach Brown, Iguodala prima e Ian Clark poi perdono palla ingenuamente dando il via al contropiede concluso da Gobert per il -4 Utah e timeout chiamato dai Warriors.

In uscita dal timeout la questione palle perse non migliora per i californiani che sono costretti ad affidarsi in attacco a KD, data la prova decisamente sottotono di Klay Thompson e i problemi di falli di Green. E’ proprio Durant che da una delle sue zone di post-up alto segna tre canestri di fila per la sua squadra,ma viene prontamente contrastato dall’esuberanza di Gobert che sfoggia le sue abilità di passatore e regala assist precisi ai suoi compagni. Uno scarico per la tripla di Ingles nell’angolo e un touch pass con tempi perfetti per Diaw nello spazio del pitturato che porta il risultato sul 37-34 e timeout Golden State. Dopo una bella azione dei Warriors conclusa da Green al ferro dopo una finta di blocco su Curry, è ancora Gobert a servire Diaw per la schiacciata facile del -3. Mack segna la tripla del -1 e la Vivint Arena si scalda anche se la quarta palla persa di Utah e le seconda tripla di giornata di Iguodala smorzano gli animi. Ma quando si parla di Playoff non ci vuole molto per far infiammare la situazione: transizione offensiva Utah che insegue 42-44, Ingles penetra in area e segna due punti superando una brutta difesa di Iguodala, intanto Draymond Green e Rudy Gobert lottano a centro area per la posizione su un eventuale errore al tiro di Ingles, gli arbitri fischiano fallo difensivo di Green nel momento del tiro, quindi canestro convalidato e tiro libero aggiuntivo sbagliato da Gobert oltre che terzo fallo per Green. Quest’ultimo torna in panchina dopo aver “chiacchierato” con gli arbitri e rivolgendosi ai tifosi di Salt Lake City mima con la mano il risultato della serie in corso (2-0) che gli vale un fallo tecnico. Gobert continua ad essere aggressivo strappando un rimbalzo e schiacciando sulla testa di Durant. Curry, invece, continua la scarsa prova al tiro. Rodney Hood punisce la pessima scelta difensiva di Thompson che raddoppia sul portatore di palla lasciando libero il numero 5 di Utah, il quale dall’angolo manda a bersaglio il suo unico canestro della serata (1-8 tiri segnati dal campo) che porta Utah per la prima volta in vantaggio dall’inizio della serie 47-48 con un minuto sulla sirena di matà partita. David West però va a segno con il secondo tiro dalla media distanza per il secondo cambio di vantaggio. Curry subito dopo commette un altro fallo ingenuo in attacco per Golden State cercando di sporcare un rimbalzo ormai nelle mani di Gobert e mandando il lungo in lunettà in virtù del bonus legato ai falli di squadra. Il francese mette a segno i liberi e la prima metà di gara 3 si chiude sul punteggio di 49-50 per Utah che ha tirato con 18-48 dal campo, con un Gobert da 4-4 e 12 punti e 9 rimbalzi. I Warriors invece hanno tirato con 19-42 dal campo. Curry e Thompson insieme 3-13 dal campo e 0-4 da tre punti.

Il terzo quarto comincia con una serie di errori da ambo le parti, ma pian piano i ritmi si alzano e agli errori dalla distanza di Curry seguono i canestri di Gordon Hayward che, sull’ennesimo assist di Gobert da bloccante, spara la tripla del +6 costringendo gli ospiti al timeout. Poco dopo Diaw alza per Gobert che inchioda per il massimo vantaggio Utah +9 ed un parziale di 22-9 dal tecnico fischiato a Green. Ai continui errori di Curry (0-6 da trepunti) ci mette una pezza JaVale McGee che entra sul parquet per Green e a seguito di una schiacciata facile in transizione difensiva stoppa Ingles permettendo a Curry di ripartire ed arrestarsi all’altezza dell’arco per la tripla numero uno in partita che gli vale il settimo posto nella classifica delle triple segnate nella storia dei Playoff (268) superando Chauncey Billups (267).

Il terzo quarto si chiude sul 72-70 per Golden State. Coach Snyder dice ai microfoni della ABC nell’intervallo di non essere troppo preoccupato di Durant perché sa bene che non gli possono negare tutti i tiri per di più se sono tiri costruiti con assist o jumpshot che per natura e talento non si possono bloccare. Si concentra di più sulla transizione difensiva nel complesso.

Ultimo quarto in avvio e Thompson ancora a secco dalla distanza,viene prima stoppato da Ingles poi recupera la palla e si alza di nuovo per la tripla che si infrange sul primo ferro, decisamente serata negativa per lui al tiro. L’attacco di Utah perde colpi con il riposo di Hayward e Gobert poiché si preferiscono gli isolamenti che spesso portano a palle perse come quella persa da Mack su buona difesa di Clark e Thompson in aiuto. A 7 minuti dalla fine torna in campo Gordon Hayward e la circolazione di palla di Utah ne risente positivamente,è proprio lui a gestire la palla, scarico nell’angolo e tripla di Ingles per il pari 78. Curry ha un lampo e serve un no-look pass dalla linea dei tiri liberi per Green tagliante dall’angolo sinistro di grande estro. Nonostante ciò è Durant a caricarsi l’attacco sulle spalle mettendo a referto il decimo rimbalzo valevole per la doppia doppia a 6 minuti dal termine. I ragazzi di coach Snyder continuano a produrre punti dalle situazioni di pick and roll mantenendosi a contatto 86-84, ma Curry con la seconda tripla in uscita dai blocchi e Durant sempre dalla distanza portano i Warriors sul +8. A favorire il risultato il drastico calo di palle perse nella seconda metà di gioco, solo una a fronte delle sei del primo tempo. Nonostante gli sforzi degli Jazz la serata è dominata dal giocatore in maglia 35, KD dopo un cambio accettato da Gobert crea separazione con lo step back dalla lunetta e porta la sua squadra in vantaggio di undici con 2 minuti allo scadere. Transizione offensiva Jazz, Gobert prende posizione sotto canestro con eccessiva fisicità secondo Durant che reagisce spintonando il lungo avversario, gli arbitri decidono per un flagrant 1 più fallo tecnico, risultato sono tre liberi per Utah (uno realizzato da Hayward e due sbagliati da Gobert) più possesso. Tutto ciò non basta a fermare KD che i prende e segna un tiro forzato sulla buona difesa di Hayward e con la complicità di Curry, step back da tre a segno, chiude la partita e mette un serio punto esclamativo sulla serie.

Finisce 102-91, Golden State vince anche gara 3 con un super Kevin Durant da 38 punti in 38 minuti, 15-26 dal campo e 4-8 da tre punti. Curry chiude con 23 punti, 6-20 dal campo, 3-11 da tre. Utah esce sconfitta tirando con il 39% dal campo e 31.8% da tre.

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Pubblicato da
Claudio De Simone

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