L’esclusione di LeBron James dal novero di candidati al premio di MVP della stagione regolare ha fatto scalpore.
Informato sui “fatti” nel postpartita di gara 2, il numero 23 dei Cavs, che ha già vinto il premio 4 volte in carriera (2009, 2010, 2012, 2013), ha liquidato ogni possibile polemica:
Non avevo visto (i finalisti del premio). L’unica cosa che devo fare io è cercare di essere l’MVP per la mia squadra tutte le sere, mettere la mia squadra nella condizione migliore per vincere e ovviamente di competere per il titolo.
Una volta di più, LeBron ha mostrato grande consapevolezza nei propri (infiniti) mezzi:
Io so cosa posso dare in campo. Nella lega sanno cosa posso dare in campo. Queste cose sono per voi, per la stampa, non sono cose che interessano a me.
Tyronn Lue, allenatore dei Cleveland Cavaliers, ha sottolineato come i meriti del “Prescelto” vadano al di là dei riconoscimenti individuali:
Devi dare il riconoscimento a persone diverse ogni tanto. Guardo a LeBron come a Shaq, penso che lui sia l’MVP. Potresti attribuirgli il premio ogni anno se volessi.
Quando però hai ragazzi che hanno avuto una stagione incredibile come nel caso di James Harden e (Russell) Westbrook e Kawhi (Leonard), devi dare loro credito e scegliere loro. Ma per me, LeBron è L’MVP.