Recap
Ultima chiamata all’ AT&T Center per i padroni di casa di coach Popovich. E’ win or go home per gli Spurs che tenteranno il tutto per tutto in questa gara 4 delle finali della Western Conference nonostante siano confermate le assenze di Leonard e David Lee, oltre a Tony Parker. Le statistiche della carriera di Popovich agli Spurs ci dicono che i texani hanno un record di 6 vittorie contro 3 sconfitte in casa quando si tratta di un match decisivo per l’eliminazione. Warriors alla ricerca della vittoria che li porterebbe direttamente alla serie finale con qualche giorno di riposo extra. I californiani in caso di vittoria sarebbero la prima squadra a presentarsi alle Finals Nba con un record playoff di 12 vittorie e 0 sconfitte.
La mossa di Popovich in questo elimination game è Ginobili nel quintetto base, mentre in casa Warriors McCaw parte tra i titolari al posto del positivo McGee. I primi punti della partita in casa Spurs sono firmati proprio dall’argentino; la risposta ospite è affidata a Draymond Green. Nei primi minuti di gioco le due squadre sentono la tensione della partita, e faticano a trovare punti in attacco. Nei primi quattro minuti di gioco le due squadre combinano nella metà campo offensiva per un 4/21 dal campo e ci vuole un miracolo di Curry in penetrazione per sbloccare il punteggio e portare gli ospiti sull’8-4. Gli Spurs provano a rispondere ma 8 punti consecutivi di Durant e una tripla di McCaw spingono gli Warriors avanti 19-7 con Popovich costretto a chiamare il secondo time out del primo quarto. San Antonio non riesce in nessun modo a trovare la via del canestro in attacco, e gli Warriors sentono l’odore del sangue. Forbes, mossa della disperazione per gli Spurs, trova finalmente la via del canestro per i padroni di casa e a 4 minuti dalla fine del primo quarto il vantaggio ospite è 21-9. Le riserve degli Spurs portano energia sul parquet e San Antonio riesce con difficoltà a recuperare un po’ lo svantaggio. I padroni di casa riescono infatti a riportarsi sul -6, ma è il solito Curry (11° punto per lui nel quarto iniziale) a rispondere per Golden State. A fine primo quarto il tabellone segna 31-19 per gli ospiti che sembrano poter controllare la partita.
Il secondo quarto inizia con le due squadre che si scambiano canestri; il vantaggio Warriors rimane per questo sempre attorno alla doppia cifra. Danny Green e Mills trovano due triple in attacco per gli Spurs, che con un parziale di 8-2 si rifanno sotto. Dopo quattro minuti di secondo quarto gli Warriors sono ancora avanti 37-29. Durant però nel momento del bisogno risponde presente con quattro punti in fila. A metà secondo quarto il punteggio vede ancora saldamente avanti gli Warriors per 47-32. Durant in attacco è ancora una volta un problema irrisolvibile per gli Spurs e Golden State nel finale di primo tempo scappa via.
Il vantaggio ospite arriva a toccare i 19 punti sul 51-32 con San Antonio che sembra non avere la forza per contrastare i vice campioni Nba. Gli Spurs provano l’ennesima rimonta, e a fine primo tempo riescono a risalire leggermente la china. Alla sirena però gli Warriors rimangono comodamente in vantaggio per 65-51; straordinaria ancora una volta la prova offensiva per Golden State che va all’intervallo tirando dal campo col 60%. Curry e Durant chiudono la prima frazione con 18 punti a testa, mentre in casa Spurs buona la prova della second unit (guidati dai 10 punti di Anderson)
La ripresa si apre con Golden State che prova ad amministrare il vantaggio. Dall’altra parte gli Spurs provano a rientrare in partita, ma il problema ha sempre la maglia numero 35 di Golden State. Spinti dall’ex Thunder gli Warriors si spingono al massimo vantaggio sul 76-56; l’AT&T Center è ammutolito. San Antonio prova una mini rimonta e costringe coach Brown a chiamare time out, con i suoi comunque avanti per 78-62 a metà terzo quarto. La seconda metà del quarto scorre senza sussulti, con Golden State brava a tenere a bada le velleità di rimonta dei padroni di casa. Come già accaduto nel primo tempo però la second unit Spurs entra in campo e con un contributo importante riesce a riportare sotto San Antonio. Gli ospiti affidano la risposta al solito duo Curry-Durant che fermano il tentativo di rimonta Spurs. Al termine della terza frazione il vantaggio per gli Warriors è di 18 lunghezze sul 96-78, ma gli Spurs dimostrano di non aver ancora alzato bandiera bianca grazie all’energia della panca.
San Antonio tenta l’impossibile rimonta ad inizio quarto quarto, ma gli Warriors rispondono sempre ad ogni canestro segnato dai padroni di casa. Cinque punti di Iguodala nei primi due minuti della frazione mantengono Golden State saldamente avanti, e Popovich è costretto a fermare la partita con un time out. Al rientro in campo San Antonio prova ad accorciare il vantaggio ospite, senza però riuscire a rientrare in partita. Ci prova Ginobili con una gran tripla a risvegliare i suoi, che riescono a toranre sul -14 a sei minuti dalla fine. Gli Warriors però anche questa volta non si lasciano prendere dal panico e gestiscono in modo eccellente il vantaggio. Gli ultimi minuti di partita sono una lunga passerella verso la finale Nba per gli ospiti, mentre il pubblico di casa rende il giusto omaggio a Ginobili forse alla sua ultima partita nella lega. Il punteggio finale è 129-115 in favore di Golden State, che eliminano gli Spurs e raggiungono la finale Nba per la terza stagione consecutiva.