I Washington Wizards sono da poco in vacanza e, guardandosi indietro, non possono che essere soddisfatti della stagione appena conclusa. Sfiorate le 50 vittorie in regular season e sfiorata la finale della Eastern Conference, sfumata in gara 7 al TD Garden di Boston contro i Celtics coi quali hanno dato vita alla miglior serie in assoluto di questi Playoffs, almeno fino a questo momento.
Gran parte del merito per questa splendida cavalcata è da attribuire a John Wall. Il playmaker in maglia numero 2 sembra aver compiuto il definitivo salto di qualità, non solo a livello di prestazioni ma soprattutto dal punto di vista della leadership in campo e fuori. Una maturazione cestistica accertata anche dalle statistiche, le migliori di sempre per lui da quando è sbarcato nella NBA con la prima scelta assoluta del Draft 2010.
Wall ha infatti messo insieme career high per punti (23.1 di media a partita), assist (10.7 di media), palle rubate (2 di media), true shooting percentage (la percentuale reale di tiro, che dà un valore maggiore a un canestro da 3 punti e uno minore a un tiro libero: 54.1%), win shares (indicatore che mostra l’incidenza di un giocatore sulle vittorie della sua squadra: 8.8) e Player Efficiency Rating (23.2).
Numeri da All-Star, numeri che valgono la priorità assoluta nel taccuino dell’offseason per quanto concerne la dirigenza di Washington. In virtù del nuovo contratto collettivo, un giocatore può diventare eleggibile per un’estensione contrattuale due anni prima della scadenza dell’accordo in corso. Wall sarà free agent nell’estate 2019, quindi dal luglio prossimo i Wizards potranno offrirgli un prolungamento ma non è finita qui.
Wall sarà eleggibile anche per lo status di Designated Player grazie ai suoi sette anni di militanza nella capitale e grazie alla nomina nel terzo quintetto All-NBA dell’ultima annata. Ciò significa che la franchigia d’appartenenza può sottoporre un’estensione quadriennale, che entra in vigore dopo la naturale scadenza del contratto in essere al momento, all’atleta in questione con uno stipendio annuo non inferiore al 35% del salary cap della squadra.
A oggi i Wizards potrebbero presentare al prodotto di Kentucky un’estensione di quattro anni – dal 2019 al 2023 – da almeno 170 milioni di dollari complessivi. Non potrebbe mettere sul piatto di più Washington visto anche il contrattone di Bradley Beal, che l’estate scorsa ha firmato un quinquennale da 127 milioni totali.
Una mossa da valutare con oculatezza per i Wizards dato che in questo modo si precluderebbero la possibilità di rifirmare Otto Porter, ambitissimo restricted free agent il prossimo luglio. In caso di super offerte – com’è probabile che arrivino – per l’ala piccola uscita da Georgetown, sarebbe difficile pareggiarle per trattenerlo alla corte di coach Scott Brooks. O meglio, sarebbe difficile pareggiarle se verrà proposta l’estensione sopra citata a Wall.
La situazione salariale di Washington mette il front office dinanzi a scelte importanti, da compiere nel futuro prossimo ma che poi possono pesare anche nell’avvenire della squadra. Nel frattempo dall’entourage di Wall filtrano alcune indiscrezioni: la volontà di lavorare all’intesa per l’estensione c’è, a patto che i Wizards propongano una programmazione mirata a vincere nel medio-lungo periodo.
Gli scenari sembrano abbastanza delineati, ora bisognerà capire quale strada vorrà imboccare Washington per il suo futuro: si prospetta un’estate cruciale nella capitale.