Non è facile dire addio a uno dei più grandi campioni della storia del basket. Gli Spurs, alla fine della scorsa stagione, si sono separati da Tim Duncan, ritiratosi dopo 19 annate NBA leggendarie. Coach Gregg Popovich ha dovuto dare una nuova impronta al gruppo, privo del proprio leader carismatico. San Antonio è riuscita a ricalibrarsi subito e a giocare un’ottima pallacanestro, costruita come sempre sul mantra della difesa asfissiante e del lavoro di squadra. La definitiva esplosione di Kawhi Leonard, che ha guidato i Texani a 61 vittorie e a un ottimo secondo posto nella Western Conference, ha fatto il resto. Gli Spurs si sono spinti fino alle Finali di Conference, dove, privi proprio di Leonard da metà di gara 1 in poi, hanno perso 4-0 con gli incontenibili Warriors di Curry e Durant. Ma, secondo coach Pop, la stagione è tutt’altro che da buttare.
NON È UN PAESE PER VECCHI
Ecco parte della conferenza di Popovich rilasciata al termine di gara 4:
Abbiamo perso, ma sono molto contento di quanto fatto dalla squadra e soprattutto dell’approccio mostrato. Quando si ritira uno come Timmy (Duncan), non è scontato che tu riesca a vincere 61 partite e a fare un ottimo lavoro fino alle Finali di Conference. Abbiamo ripreso questa stagione da dove abbiamo lasciato quella precedente, c’è stato un senso di continuità. I ragazzi sono stati molto bravi a capire quanto mi aspettassi da loro. A roster abbiamo un ottimo gruppo di giovani promettenti.
E ancora:
Quest’anno avevamo sette giocatori nuovi. Credo che tutti a modo loro abbiano fatto una stagione positiva. Penso che il futuro di questa squadra possa essere intrigante.
Il riferimento, quando si parla di futuro, non può che essere allo stesso Leonard, agli acerbi ma talentuosi Dejounte Murray, Kyle Anderson e Bryn Forbes e ai più esperti ma ugualmente “upside-oriented” Jonathon Simmons, Dewayne Dedmon e Davis Bertans. Simmons, come anche l’altro giovane-veterano Patty Mills, sarà free agent. La situazione Ginobili – indeciso sul ritiro – resta pendente. Ma il nucleo di giovani con potenziale è lì da vedere. Un’altra pesca di qualità al draft, qualche movimento mirato nell’offseason e chissà. Magari gli Spurs, anche senza Duncan, troveranno il modo di tornare a battere gli apparentemente inscalfibili Golden State Warriors.
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