I Minnesota Timberwolves sono una delle squadre più interessanti per quanto concerne il futuro prossimo della Lega, non fosse altro per la massiccia quantità di talento presente nel roster. Da Karl-Anthony Towns a Ricky Rubio, da Andrew Wiggins a Kris Dunn: giovani dalle qualità importanti al cospetto di un allenatore tosto quale Tom Thibodeau, uno dei più quotati della NBA.
Il coach bravo c’è, i giocatori bravi ci sono ma non basta per vincere o almeno per provare a farlo. Serve anche esperienza, non solo sul parquet ma soprattutto fuori dal campo: ai Timberwolves è necessario qualche veterano che possa dare un contributo tecnico alla causa ma in particolare capace di dettare le linee guida nello spogliatoio.
Tuttavia l’identikit che sta emergendo nelle ultime ore, come giocatore accostato a Minnesota, non corrisponde proprio alle caratteristiche elencate sopra. Infatti il nome che gira dalle parti di Minneapolis è quello di Derrick Rose, prossimo free agent tra poco meno di due mesi e potenziale scommessa in vista dell’annata 2017/2018.
Scommessa perché il prodotto di Memphis è reduce da una delle peggiori stagioni – se non la peggiore – della carriera in quel di New York con la maglia dei Knicks. Fossero i problemi sul parquet a preoccupare, ancora ancora, ma quello che desta maggiore perplessità riguardo a Rose sono le scorribande fuori dal campo.
Negli ultimi nove mesi il nativo di Chicago, Illinois, è balzato agli onori – se così si possono definire – delle cronache per un processo a suo carico dove era accusato di stupro (salvo poi essere proclamato innocente) e per una sparizione improvvisa prima della partita contro i Pelicans a febbraio. Tutto questo senza contare le innumerevoli vicissitudini fisiche che si porta dietro da diversi anni.
È stato proprio un intervento al menisco a porre fine anzitempo alla sua ultima stagione, conclusa con 18 punti e 4.4 assist di media a partita col 47% dal campo. Eppure Thibodeau ci sta facendo più di un pensierino, sperando che sotto la sua egida ritorni sui fasti del periodo trascorso assieme ai Bulls culminato col trionfo di Rose come MVP nel 2011: Derrick non è più quello di sei anni fa ma in un contesto giusto può ancora dire la sua.