NBA Finals

Non bastano i 77 punti del duo James-Irving, gli Warriors si portano sul 3-0

Dopo le due sconfitte incassate in California, i Cleveland Cavaliers tornano tra le mura amiche per tentare di dare una svolta a delle Finals fin qui senza storia. A breve scopriremo se il calore del pubblico della Quicken Loans Arena riuscirà a colmare il divario tecnico e mentale che ha permesso ai ragazzi di coach Kerr, finalmente tornato a guidare i suoi dopo una lunga convalescenza, di aggiudicarsi le prime due partite della serie. Riscaldamento, inno nazionale e si parte: benvenuti a Gara-3 delle Nba Finals 2017!

Kyrie Irving prova a fare la voce grossa sin dai primissimi secondi penetrando in area e mettendo a segno i primi due punti della gara. L’infrazione di passi commessa da Zaza Pachulia permette a JR Smith di trovare la via del canestro (il secondo dell’intera serie per lui, il che la dice lunga sulle performance offensive offerte nelle precedenti uscite) dalla lunga distanza, ma Klay Thompson e Kevin Durant non sono da meno e portano gli ospiti sul 6-5.

La difesa fin troppo aggressiva degli Warriors si rende protagonista di tre falli consecutivi nel giro di pochi secondi che rischiano di condizionare la gara: per il momento LeBron James si accontenta di mettere a referto i suoi primi punti, seguiti da quelli di Durant e Smith dal perimetro. Lo stesso LeBron si unisce alla fiera del tiro da 3, mentre dall’altra parte Thompson si libera bene del suo avversario e accorcia le distanze. Ritmi altissimi in questi primi scampoli di partita: se da una parte c’è un LeBron che punisce la difesa ospite con un contropiede e un jumper (prima di un poco lusinghiero airball dalla lunga distanza), dall’altra gli Warriors si fanno vedere con l’alley-oop sull’asse Green-Durant e con due triple di Thompson, come al solito eccellente nell’uscita dai blocchi. Nel frattempo, LeBron sembra avere la peggio in uno scontro del tutto fortuito con il compagno di squadra Tristan Thompson ed è costretto ad accomodarsi precauzionalmente in panchina. Dopo attimi di paura allo stato puro, il pubblico della Quicken Loans Arena può tirare un sospiro di sollievo: il Re sta bene e ci tiene a dimostrarlo con un canestro (con fallo) dei suoi. Dall’altra parte, JR Smith commette il suo secondo fallo ai danni di un incontenibile Klay Thompson, fin qui autore di ben 16 punti considerando anche quelli relativi alla tripla di qualche secondo più tardi. Concentrando le proprie energie difensive su Curry, i Cavs concedono diversi metri di spazio ai suoi compagni di squadra: a beneficiarne in questa circostanza è il neoentrato Igoudala, che porta i suoi sul 27-23 dopo i due punti messi a segno da Irving. James accorcia le distanze con un long-two e nel possesso successivo annichilisce JaVale McGee con una strepitosa schiacciata che vale il pareggio, spazzando via ogni dubbio sulla sua tenuta fisica.

Un successivo fallo dello stesso McGee consente a Irving di firmare il sorpasso con due tiri liberi, ai quali risponde prontamente Shaun Livingston. Altro fallo, stavolta di Igoudala, e altro viaggio in lunetta: la mano di Iman Shumpert non trema e porta i Cavs sul 31-29 a 2 minuti dal termine della prima frazione. Steph Curry manda a bersaglio la tripla del controsorpasso prima e quella del +4 poi, vantaggio ulteriormente aumentato dalla schiacciata di Livingston. Shumpert non riesce ad approfittare dei metri di spazio concessi dalla difesa degli Warriors e Draymond Green lo punisce mettendo la firma su questi ultimi secondi del primo quarto: la schiacciata in solitaria e la successiva stoppata sul tentativo di buzzer beater dei Cavs fanno calare il sipario sui primi 12 minuti, con gli ospiti che conducono per 39-32.

Il secondo quarto si apre con un tentativo di alley-oop di LeBron, con annesso fallo ai danni di Love, che trova inaspettatamente la via del canestro. Altro fallo fischiato dagli arbitri ai danni di Green per un blocco irregolare: Kyle Korver ringrazia e schiaccia il pallone del -2 in fondo alla retina. Gli ospiti accusano il colpo e Kevin Love non si lascia pregare, sfruttando il mismatch creatosi con Klay Thompson per guadagnarsi due liberi dal post. Il taglio a canestro dello stesso Thompson premia Green per un assist che in pochi si aspetterebbero da un lungo, mentre nell’altra metà campo Kevin Love torna nuovamente in lunetta su gentile concessione della difesa degli Warriors.

Coach Kerr invita i suoi a cercare con più insistenza il fallo penetrando nel pitturato e David West lo accontenta con un gioco da tre punti, reso vano dalla tripla di King James. Deron Williams, il playmaker invocato a gran voce da LeBron per tutta la stagione, sembra essere incappato nella classica serata no e inizia a litigare, nella migliore delle ipotesi (anche un airball per lui), con il ferro e viene prontamente richiamato in panchina. L’asfissiante difesa di Durant costringe Korver ad una tripla dall’altissimo coefficiente di difficoltà che non va a segno, ma per sua fortuna ci pensa James a vendicarlo portando a scuola il numero 35 degli ospiti e concludendo al ferro: 46-45 per gli ospiti quando il tabellone luminoso indica che restano ancora 6 minuti da giocare prima dell’intervallo lungo. Si fa vedere alla sua maniera l’altro Thompson della gara, Tristan, con una gran stoppata ai danni di Curry, che nel possesso successivo manda a bersaglio una tripla in transizione inaugurando un fantastico botta e risposta tra i due playmaker: Irving mette il turbo e vola verso il canestro, Curry risponde dalla lunetta sfruttando un’ingenuità difensiva di Shumpert, mentre il numero 2 dei Cavs riesce nuovamente a battere il diretto marcatore in velocità.

Ad interrompere le ostilità ci pensa Kevin Durant, che con due canestri in rapida successione porta i suoi sul 55-49, costringendo coach Lue a rinfrescare le idee dei suoi ragazzi. A giudicare dai quattro punti messi a segno dalla premiata ditta James-Irving, il timeout ha dato i frutti sperati. Gli arbitri decidono di non fischiare in favore di Draymond Green, la cui reazione al successivo fallo subito dai Cavs viene punita con un tecnico; iniziano ad essere tanti i falli spesi da una parte e dall’altra per arginare le iniziative offensive degli avversari e, dopo una girandola di liberi, il risultato premia ancora gli Warriors, che a un minuto e mezzo alla fine del quarto conducono 61-57. Il pick and roll giocato da Irving si dimostra ancora una volta un rebus troppo complesso per la difesa degli Warriors, che però nell’altra metà campo mandano a bersaglio due triple in rapida successione grazie alle doti balistiche degli Splash Brothers. Con uno spettacolare buzzer beater firmato Uncle Drew, che porta a spasso il quintetto degli Warriors prima di appoggiare all’amico tabellone, cala il sipario sul primo tempo di questa Gara-3, conclusosi sul risultato di 67-61 per la squadra ospite.

Nonostante l’intervallo lungo, la mano di Irving sembra essere ancora piuttosto calda, a differenza di quelle di Green e Pachulia, che si rendono protagonisti di due airball vietati ai minori. La tripla di Smith permette ai padroni di casa di accorciare ulteriormente le distanze; nel frattempo Pachulia commette il suo quarto fallo in soli 11 minuti trascorsi sul parquet, ma per sua fortuna i Cavs gettano alle ortiche il pallone del possibile pareggio. Sull’ennesimo capovolgimento di fronte causato dal quarto fallo di Green, Irving penetra ancora una volta nel pitturato e mette a segno il canestro del -1, che costringe coach Kerr a rivedere i suoi piani. Al rientro sul parquet, il sottomano di Pachulia viene ben contrastato da Tristan Thompson e Love ne approfitta per mandare a bersaglio la tripla del sorpasso, resa ben presto vana dal gioco da tre punti griffato Curry in seguito al fallo commesso dallo stesso Love. Questa terza frazione non concede un attimo di tregua neppure agli spettatori: la tripla di Smith rimbalza beffardamente sul ferro per poi far esplodere la gioia della Quicken Loans Arena, ma la schiacciata di Green riporta la partita in parità. L’equilibrio viene ben presto spezzato da due canestri del solito Irving, intervallati da due punti di Klay Thompson e seguiti dalla tripla del maggiore degli Splash Brothers, che fissa il risultato sul 78-79 a 6 minuti dalla fine del terzo quarto. LeBron mette Irving in condizione di segnare con facilità, mentre dall’altra parte McGee dalla lunetta mette a segno soltanto uno dei liberi concessi dagli arbitri, ma si fa ben presto perdonare con una gran stoppata rifilata al malcapitato Tristan Thompson.

Pur limitato dai tanti falli commessi fin qui, Green si fa vedere nella metà campo dei Cavs, che non riescono a sfruttare a dovere il lavoro sporco di un Love dominante a rimbalzo offensivo. LeBron raggiunge quota 30 punti con un canestro con fallo, ma in virtù del tap-in di Igoudala gli Warriors possono ancora beneficiare di un punto di vantaggio. Se Irving non delude le aspettative dalla lunetta e riporta i suoi avanti, la risposta degli Warriors come al solito non si fa attendere, così come la successiva replica dei padroni di casa, che con la tripla di Korver si portano sull’88-86 a due minuti dalla fine del quarto. Durant mette a segno un libero su due, mentre nell’altra metà campo due splendide azioni corali, seguite da un contropiede letale orchestrato da Irving, fanno sì che i padroni di casa riescano ad allungare sul 94-87.

A differenza di quanto visto nel corso di questo terzo quarto, gli ospiti, fatta eccezione per due liberi di McCaw, non riescono a replicare all’affondo dei Cavs e i padroni di casa possono gestire 5 punti di vantaggio in vista degli ultimi 12 minuti di questa emozionante Gara-3.

Il passaggio spettacolare di Irving è il preludio della tripla di un James lasciato colpevolmente solo dalla difesa degli Warriors, ma nonostante il quinto fallo commesso da Green, gli ospiti riescono a restare in partita in virtù di un paio di contropiedi sapientemente orchestrati. David West risponde seppur parzialmente alla tripla dello specialista Korver, imitato nel possesso successivo da un Irving decisamente on fire. Durant accorcia le distanze dalla lunetta prima e con un layup poi, ma dall’altra parte la replica di LeBron, che riporta il vantaggio dei Cavs a 5 lunghezze, non si fa attendere troppo. Durant trova ancora la via del canestro dalla lunga distanza nonostante una buona difesa di Kevin Love, mentre JR Smith converte solo un libero dei due concessi; LeBron non è in vena di regali e decide di non concedere il bis a KD, consentendo ad Irving di mettere a segno un gioco da tre punti in contropiede. Attenzione però a dare per morti gli Warriors: gli Splash Brothers suonano la carica e con 5 punti nel giro di pochi secondi convincono Tyronn Lue a richiamare in panchina i suoi sul risultato di 108-107. Un fallo di Steph Curry concede un viaggio in lunetta a LeBron, che con un 2/2 dalla linea della carità fa sì che i Cavs possano gestire un possesso pieno di vantaggio. Una rocambolesca giocata difensiva del duo James-Love impedisce a Igoudala di mettere a referto la schiacciata del -1, ma i Cavs non riescono ad affondare il colpo e Irving si vede costretto a spendere il suo quarto fallo pur di interrompere il contropiede avversario. La tripla di Klay Thompson si infrange sul ferro, a differenza di quella di Smith, che porta i Cleveland sul 113-107 a 2 minuti e mezzo dalla fine.

Curry in contropiede riesce a ridurre il gap e, nonostante la tenacia di Irving, bravo a strappare un rimbalzo dalle mani di Draymond Green dopo una conclusione da lui sbagliata, i padroni di casa non sembrano avere la lucidità necessaria per rispondere alle sortite offensive degli avversari. Durant sfrutta alla perfezione un cambio difensivo dei Cavs per sbarazzarsi facilmente della marcatura di Tristan Thompson, mandando a bersaglio il pallone del -2: a 75 secondi dalla fine, Lue decide di richiamare i suoi per fare il punto della situazione sulla gestione degli ultimi decisivi possessi. Korver non riesce a sfruttare a dovere l’isolamento di LeBron, mentre dall’altra parte Durant tira fuori dal cilindro la tripla del sorpasso.

La replica di Irving è troppo corta e sul possesso successivo i Cavs decidono di commettere fallo su Durant: il numero 35 mette a segno entrambi i liberi, portando i suoi a 3 punti di vantaggio a 13 secondi dalla fine. Dopo il timeout chiamato da coach Lue, un’ottima giocata difensiva di Igoudala, tornato ai fasti del 2015, costringe LeBron ad un errore che si rivelerà fatale: la stella dei Cavs concede una preziosissima rimessa agli avversari, in seguito alla quale Steph Curry viene mandato in lunetta, convertendo due liberi su due. Sul risultato di 118-113 per gli ospiti e con una manciata di secondi da giocare, JR Smith perde banalmente il pallone, ponendo fine alle ostilità. Gli Warriors portano a casa anche la terza partita della serie, mettendo una grossa ipoteca sulla vittoria finale. Il prossimo appuntamento è fissato tra due giorni: i Cavs sono chiamati, se non ad una rimonta che adesso sembra quasi impossibile, quantomeno ad una doverosa reazione di orgoglio.

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Federico Ameli

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