Klay Thompson, proprio come ha promesso la scorsa estate, non ha cambiato il suo approccio alle partite a seguito dell’arrivo di Kevin Durant ai Golden State Warriors.
Mentre molti addetti ai lavori NBA credevano che i Big Three – Stephen Curry, Draymond Green e lo stesso Thompson – dovessero in qualche modo adattarsi a Durant per coinvolgerlo all’interno del sistema di gioco della squadra, la guardia tiratrice dei Warriors non crede di essersi dovuto “sacrificare” o aver dovuto modificare il proprio gioco durante la campagna vincente della franchigia californiana:
Non mi sono mai sentito sacrificato in questa stagione. Il mio gioco non è cambiato dall’arrivo di Kevin, è rimasto sempre lo stesso delle scorse annate. Sinceramente preferisco far parte di una squadra che potenzialmente possa creare una dinastia e rimanere ai vertici della NBA per molti anni. Il basket non è solo pensare a se stessi o all’essere il go-to-guy della propria squadra. Il basket è un gioco corale, all’interno del quale ogni meccanismo è importante alla causa. Spero di poter dare il mio contributo ai Golden State Warriors ancora per tante altre stagioni.
In questa regular season Klay Thompson, nonostante l’arrivo di Durant e un calo in termini di produzione offensiva nei playoffs, ha effettuato un maggior numero di tiri rispetto alla scorsa stagione, viaggiando ad una media di 22,3 punti a partita con il 46,8% dal campo.