De’Aaron Fox (1.91 m. x 85 kg) nasce il 20 Dicembre 1997 a New Orleans, in Luoisiana. Figlio di Aaron e Lorainne-Harris Fox, passa fin da subito la sua infanzia in Texas, a Cypress, cittadina della quale frequenterà il liceo e dove avverrà il primo contatto serio con la pallacanestro.
Nell’anno da sophomore alla Cypress Lakes High School (stagione 2013-14), dopo essere stato schierato unanimemente come point guard titolare della squadra, chiude con 22.4 punti e 7.4 rimbalzi. L’anno successivo è buono per confermarsi, ma l’ultima stagione passata alla high school è quella della consacrazione: 31.3 punti e 7.2 rimbalzi in 20 partite, sufficienti a farlo convocare alla partita dei McDonald’s All-American 2016, per il Jordan Brand Classic e il Nike Hoop Summit. Negli anni passati al liceo Fox ha inoltre guidato Cypress Lakes a tre titoli statali ed è ricordato per aver segnato 50 punti in una singola partita.
Finita l’High School Fox deve prendere la prima vera decisione importante per la sua carriera, il college, e per capire come mai la scelta sia ricaduta su Kentucky, basta ricordarsi che l’università dell’omonimo stato è quella che negli ultimi anni forse più di tutte ha fornito talenti alla NBA (Towns, Davis, Wall, Cousins, solo per citarne alcuni).
La sua stagione di college basketball inizia subito con grandi prestazioni, Fox mostra di essere bravo sia a segnare che nel gioco all-around, testimoniato anche dalla tripla doppia da 14+11+10 del 28 Novembre 2016 contro Arizona State (unico giocatore Wildcat con una tripla doppia dopo Chris Mills nel 1988).
La stagione dei Wildcats continua trionfale grazie alla leadership del figlio di Aaron fino al torneo NCAA, nel quale Fox si esibisce in una prestazione monstre da 39 punti per eliminare gli UCLA Bruins di Lonzo Ball alle Sweet 16. Il cammino dei ragazzi di coach Calipari si è fermato contro i Tar Heels di North Carolina, poi campioni, alle Elite 8.
Subito dopo la fine della stagione, Fox si è dichiarato eleggibile per il draft 2017.
Punti di forza: Fox è alto 191 centimetri, statura ideale per i playmaker moderni se abbinata a un fisico tanto atletico quanto asciutto e tirato, che permetta di imporre elevazione e leve senza diventare un ostacolo per la rapidità dei movimenti: anche a questa voce ci siamo.
Migliorato nella distribuzione dei palloni e nella gestione dei compagni durante l’anno sotto coach Calipari (anche se il lavoro da fare resta molto), Fox fa dell’attaccare il ferro la sua arma principale, senza per forza un blocco portato da un compagno a dare il via all’azione. Anche in NBA, non saranno tanti i suoi pari ruolo senza grandi caratteristiche difensive in grado di contenerlo in penetrazione se puntati con continuità.
Punti deboli: parlando degli aspetti negativi di questo giocatore, il chiodo fisso rimane il playmaking puro, stessa ragione che lo ha fatto arrivare solamente secondo nel suo ruolo nella top-100 dei liceali 2015-16 stilata da ESPN. Gli assist non sono mai stati il fiore all’occhiello delle sue statistiche, deve migliorare nella comunicazione con i compagni e fare più attenzione alla loro posizione quando tiene lo sguardo verso il basso, come nei contropiedi.
Altro aspetto sul quale ci sarà molto dal lavorare è quello del tiro, con una meccanica poco fluida che lo ha portato addirittura a essere – saltuariamente – battezzato da tre dalle difese del college.
Infine, la difesa ha margini di miglioramento infiniti, e quando è venuta a mancare la sensazione è che fosse più per volontà non totale del giocatore che per lacune tecniche. Con un fisico come quello di Fox, il lavoro in allenamento può portare ad un difensore di altissimo livello tra le guardie NBA.
Parliamo comunque di un classe ’97, che arriverà in NBA senza aver ancora compiuto 20 anni e che ha margini di miglioramento pressochè sterminati in quasi tutti gli ambiti del suo gioco.
Se è vero che fino a qualche settimana si parlava di un suo possibile approdo ai Lakers, disposti a lasciare Lonzo Ball per lui, gli ultimi mock draft lo danno in caduta fino alla quinta scelta, che lo porterebbe a fare le valigie sempre in direzione della California ma a Sacramento, non più Los Angeles. Certo, perchè questo accada i Lakers dovranno virare su Josh Jackson (nessuno ha dubbi sulla prima scelta, sarà Markelle Fultz), inducendo Philadelphia ad accaparrarsi proprio Ball e con Phoenix che potrebbe puntare su un’ala come Jonathan Isaac, vista la presenza a roster di Eric Bledose e Devin Booker come guardie titolari.
A Sacramento Fox si troverebbe in una franchigia che, passati i temporali di critiche post trade di Cousins, adesso si trova nella situazione di ripartire da capo investendo il più possibile su energie fresche; tradotto, tante sconfitte ma tanti, tantissimi minuti in campo per cominciare a farsi le ossa dalla prima partita di preseason, cosa quasi sempre positiva con giocatori di talento ma ancora grezzi.