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Andrew Wiggins, occhi puntati su di lui nei nuovi T’Wolves.

I Minnesota Timberwolves grazie all’arrivo di Jimmy Butler costruiscono un quintetto interessante per la stagione prossima. Ricky Rubio, Jimmy Butler, Andrew Wiggins, Karl-Anthony Towns e Gorgui Dieng. Sulla carta un team da top 8 che punta ai playoff. L’alchimia di squadra, però, in questi casi risulta fondamentale. Già in passato teams composti da più stelle promettevano grandi risultati per poi ritrovarsi a fare i conti con stagioni fallimentari.

Andrew Wiggins sarà l’osservato numero uno. Se l’ala ventiduenne riuscirà a fare un ulteriore salto di qualità ci saranno buone probabilità di arrivare in alto. Nella stagione passata, la terza per lui in NBA, ha collezionato numeri di tutto rispetto: 23.6 punti con 45.2% dal campo, 35.6 dalla lunga distanza e 76% ai liberi. Tuttavia ciò non è bastato a spostare gli equilibri, Minnesota infatti ha chiuso con un record di 31-51. La componente principale del gioco di Wiggins è la versatilità. Si tratta di un ottimo atleta con un tiro rispettabile, il tutto condito dalla giovane età.

Lascia ancora un po’ perplessi la sua fase difensiva in quanto ad impegno e decisioni prese e la consapevolezza offensiva volta alla creazione di situazioni comode per i compagni. 2.3 assists stagionali di media sono indubbiamente pochi non trattandosi di un classico catch and shooter. Il Player Efficiency Rating (PER) di Wiggins, 16.62, è tra i più bassi nella lega per i giocatori con più di 20 punti a partita di media. Questo indice misura l’impatto positivo del giocatore sui risultati di squadra al netto di quello negativo.

Tornando alla fase difensiva i numeri ci dicono che il giovane talento dei T’Wolves è ancora molto rigido nella sua metà campo. E’ scarsa l’efficienza difensiva dati i mezzi fisici notevoli. 0.4 stoppate, 4 rimbalzi di cui 2.8 difensivi, 1.3 palle rubate e 2.2 falli di media stagionali. I 12.3 rimbalzi di media di Towns non sollevano Wiggins dall’incarico difensivo cui è chiamato a ricoprire. Infatti Minnesota è la sesta peggior rimbalzista della lega.

Insomma la scelta numero 1 al Draft del 2014 deve fare il salto di qualità per poter portare i Timberwolves in alto ed avere un peso nei playoffs. Bisogna che produca un maggior effort, che può essere tradotto come “sforzo”, nelle varie fasi di gioco e soprattutto in quella difensiva. Questo è quello che chiede Tom Thibodeau ai suoi giocatori e questo è il primo campo da migliorare. In più va constatata l’alchimia che si verrà a creare con il nuovo arrivato da Chicago e la personalità ed efficienza che metterà in campo Wiggins avendo in futuro meno palloni fra le mani. Ma si sa, molto spesso la differenza la fa la qualità piuttosto che la quantità di palloni giocati. Soprattutto in NBA.

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Pubblicato da
Claudio De Simone

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