A Los Angeles, sponda Clippers, l’epoca della “Lob City” è finita.
Doc Rivers parla per la prima volta ufficialmente dopo la trade che ha coinvolto Chris Paul, l’uomo simbolo della rinascita dei Clippers.
Il suo arrivo, infatti, datato 2011, sancì il passaggio della storicamente seconda franchigia losangelina da barzelletta della lega a squadra improvvisamente più che rispettabile.
Oggi l’addio di CP3 sancisce la fine di un’epoca durata 6 anni.
Questo ciclo è finito, e questo ovviamente mi ha colpito. Ma se non riesci a raggiungere l’obiettivo che ti sei prefissato, allora vuol dire che bisogna cambiare il modo in cui si prova a ottenerlo. Purtroppo quello che abbiamo fatto per provare a vincere non ha funzionato.
Spesso siamo stati vicini, come nel 2015, ma poi ci siamo tirati la zappa sui piedi da soli.
Abbiamo bussato alla porta delle squadre vincenti, ma poi non siamo riusciti a entrare.
Oggi a preoccupare Rivers è anche e soprattutto la questione Blake Griffin.
Molto dipenderà dalla sua scelta, ma a prescindere da quale sia, bisognerà iniziare la ricostruzione.