I Boston Celtics degli ultimi due anni, oltre a star quali Al Horford e Gordon Hayward, hanno collezionato prospetti di grande interesse, come Jaylen Brown e l’ultimo arrivato Jayson Tatum. La terza scelta al Draft 2017 pare avere già le idee chiare sull’importanza della legacy biancoverde.
DINASTIA
Tatum, intervistato al termine della sua seconda apparizione nella Utah Summer League (dove sin qui sta facendo benissimo, con 22 punti e 8.5 rimbalzi di media), ha risposto a chi vede in lui delle movenze e un’attitudine à la Kobe Bryant.
Ho cercato di prendere dal suo gioco il più possibile. Kobe è stato il mio giocatore preferito. Fino a quando non sono stato scelto al Draft dai Boston Celtics.
Una dimostrazione di consapevolezza non banale, considerando che Tatum ha 19 anni. L’attaccamento alla causa Celtics, da sempre, presuppone un rapporto di odio-amore coi rivali Los Angeles Lakers, di cui Kobe è stato tra gli astri più luminosi.
I Celtics, dal canto loro, sperano proprio di aver pescato un nuovo Kobe, perché sarebbe una doppia beffa nei confronti dei gialloviola. A Boston si cerca da tempo di costruire l’ennesima dinastia, tassello dopo tassello. Trovarsi una superstar in casa sarebbe un colpo clamoroso, per una squadra già di altissimo profilo. Ovviamente, quando si parla di giocatori di neanche 20 anni, è impossibile trarre conclusioni definitive, di segno positivo o negativo che siano.
Qualcuno ha parlato di Tatum e Brown all’interno di voci di mercato. Non è da escludere, in effetti, che uno dei due giovani, insieme agli esuberi Crowder e Smart, possa essere sacrificato per arrivare al Marc Gasol–Anthony Davis della situazione.
Conoscendo, però, la lungimiranza di Ainge, è difficile ipotizzare che possa pensare – dovesse un giorno accorgersi di averlo in casa – di privarsi di un possibile nuovo Kobe. Che si tratti di Tatum o meno lo scopriremo presto.
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