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Gallinari-Millsap: sliding doors necessarie

Danilo Gallinari ai Los Angeles Clippers: la risposta a bisogni diffusi?

Che il ciclo di Gallinari ai Nuggets fosse chiuso era piuttosto evidente: le sue dichiarazioni sono state molto eloquenti a riguardo e la sua compatibilità con la visione tecnica di Mike Malone non era probabilmente delle migliori. In tanti, dunque, si aspettavano un cambio di maglia da parte del numero 8 da Graffignana. Forse in pochi, però, si auspicavano che il suo più volte chiacchierato trasferimento ai Clippers potesse concretizzarsi proprio quando Chris Paul aveva abbandonato la franchigia californiana. In tanti si aspettavano che la sua scelta fosse improntata su un relativo sacrificio economico propedeutico alla vittoria finale. Le possibilità di vincere, invece, sono ben poche ma la scelta di Gallinari – convinto anche dalla bellezza della città e dalla fiducia dimostratagli da coach Doc Rivers – non è priva di elementi di interesse.

Partiamo col dire che Los Angeles, persi Paul e J.J. Redick, aveva la decisa necessità di puntare su un profilo come quello di Gallinari. Fiutata la possibilità che il nucleo storico si smembrasse, a Los Angeles sono corsi subito ai ripari, ottenendo un primo quintetto All-Defense come Patrick Beverley e un super-sesto uomo come Lou Williams nella trade-Paul prima di far firmare una mega estensione contrattuale da 173 milioni in 5 anni a Blake Griffin, il nuovo e definitivo uomo franchigia degli angeleni. L’asse portante del talento di L.A. si è spostato dal back-court al front-court: se il terzetto composto da Austin Rivers,Patrick Beverley e Lou Williams non può dar certezze su base stagionale, Blake Griffin si candida seriamente alla definitiva evoluzione in point-forward e a diventare uno dei creatori primari di gioco a L.A.

Prepariamoci a vedere più giocate così di Blake.

In questo quadro, per i Clippers appariva imprescindibile un elemento che portasse QI cestistico, trattamento di palla e tiro, sgravando di responsabilità in fase di playmaking sia Blake Griffin che il back-court rivoluzionato. Oltre ad essere un’ala di sicuro rilievo, Danilo porta in California anche il suo sangue freddo nei momenti decisivi, caratteristica assolutamente necessaria ad un team così “povero” sugli esterni. Gallinari può essere un fit eccellente per i Clippers, ed il terzetto composto da lui, Griffin e DeAndre Jordan è senza ombra di dubbio uno dei front-court più intriganti dell’intera NBA, con tre giocatori che potrebbero ben integrarsi tra loro senza pestarsi i piedi. In questo senso sarà fondamentale la solidità offensiva, soprattutto da oltre l’arco, dell’azzurro. Un tiratore così efficace (38.9% lo scorso anno, 37% in carriera) che prende un alto volume di tiri da fuori (5.1 nella passata stagione) può costituire senza dubbio l’elemento cardine di una squadra che voglia risultare credibile al tiro pesante malgrado abbia perso i suoi tre migliori tiratori(Crawford, Redick e Paul). Lo scorso anno i Clippers hanno tirato e segnato molto da oltre l’arco e Gallinari può essere l’uomo giusto a cui L.A. può aggrapparsi per non perdere definitivamente credibilità in questo fondamentale nevralgico nello sviluppo moderno del gioco.

Ah, non dimentichiamoci che il Gallo è campione mondiale di circus shot.

In difesa, invece, il discorso si fa più complesso. Il Gallo non è un giocatore d’élite nella propria metà campo ma ha sufficiente versatilità e struttura fisica per poter impensierire i suoi diretti avversari. Nella NBA di oggi forse sarebbe più adatto a marcare le Power Forward avversarie, essendo forse troppo lento per gli esterni in circolazione, ma in un sistema difensivo più strutturato come quello di Rivers Gallinari dovrebbe trovarsi bene – visto che a Denver difendere era una chimera per tutta la squadra nella passata stagione. In più l’avere due stoppatori sensazionali come Griffin e Jordan in aiuto potrebbe aiutarlo e non poco (sempre considerando le buonissime doti difensive di Beverley e Rivers, figlio).

Il Gallo sa essere clutch anche in difesa.

In definitiva , questo scambio ci restituisce anche l’immagine perfetta di quello che è lo status attuale dell’ala della Nazionale nella Lega professionistica più importante al mondo: Gallinari ha firmato un contratto da 65 milioni in tre anni, del tutto equiparabile a quello sottoscritto da Serge Ibaka con i Toronto Raptors, una squadra di medio-alta NBA di cui è evidentemente terzo violino in attacco e dovrebbe costituire un elemento importante in difesa.

Danilo ha sempre affermato di sentirsi un giocatore di elite nella NBA: non sappiamo se essere la seconda-terza opzione offensiva di un team che può puntare ai playoff e guadagnare circa 22 milioni annui sia un’opzione conforme alla sua immagine di sé, ma di sicuro questa trade ci da un ulteriore motivo di seguire con interesse la Lega. Dove possono arrivare i nuovi Clippers con Danilo Gallinari?

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Pubblicato da
Jacopo Gramegna

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