La trattativa Irving – Thomas, la cosiddetta trade dell’estate, potrebbe subire un brusco stop.
I Cleveland Cavaliers infatti stanno soppesando se completare quella che, da tutti gli addetti ai lavori, si tratterebbe della trade più influente della Eastern Conference.
Alla base di questo ripensamento, ci sarebbero le condizioni fisiche di Isaiah Thomas, reduce da un infortunio all’anca nel corso delle finali di Conference, giocate proprio contro i Cavs, dal quale sembra fare ancora parecchia fatica a ristabilirsi pienamente.
Le condizioni del giocatore sembrano così preoccupanti che gli stessi Cavs, di fronte ai risultati dei primi test fisici ai quali i giocatori devono sottoporsi prima di ogni trade, starebbero seriamente pensando di annullare l’operazione, trattenendo lo scontento Kyrie Irving alla corte di King James.
Una fonte interna ha descritto l’infortunio di Thomas come “una situazione molto delicata”.
Nell’ultima stagione trascorsa, Isaiah Thomas ha collezionato una media di 28 punti a partita ed è stato nominato per il secondo quintetto NBA.
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I Cavs sapevano dell'infortunio ed hanno avuto davvero tanto in cambio di Irving, molto di più di quello che otterrebbero da Phoenix, NY, San Antonio e Miami, senza considerare che Golden State non era disposta a cedere Klay Thompson e forse nemmeno Minnesota lo era per Wiggins...forse ci stanno solo provando perché si sono resi conto di non essere molto più forti di Boston..
Far saltare la trade indebolirebbe entrambi, a questo punto. Per Boston, offrire una seconda scelta o la propria non peserebbe, vista l'abbondanza di prime scelte a disposizione, ma niente di più. Comunque se salta la trade, ci perderebbe più Cleveland, a meno che James sia disposto a fare la spalla di Irving, perché It potrebbe trasformare la frustrazione di essere ceduto in un'ulteriore sfida, per entrare definitivamente nell'olimpo delle superstars nba e, capendo la situazione, rinnovare l'anno prossimo allo stesso stipendio di Irving, cioè 20 milioni per tre anni, anziché pretenderne 4 al max contrattuale, permettendo a Boston di pagare le proprie prime scelte al draft, o di monetizzarle per il definitivo salto di qualità (Anthony Davis ad esempio)