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Rudy Gay: “ Sono uno Spurs e spero di rimanerci a vita”

Il talento non è mai mancato a Rudy Gay. Quel talento che gli ha anche permesso di strappare sempre degli ottimi contratti nei suoi 11 anni di carriera tra Memphis, Toronto e Sacramento e di far parte di due spedizioni mondiali con Team Usa nel 2010 e nel 2014. Le cose che probabilmente sono mancate al prodotto di Uconn, sono state un ruolo ben definito in squadra, sempre a metà tra una superstar e il secondo violino e un sistema che ne sapesse valorizzare le capacità e allo stesso tempo limitare la facilità con cui il giocatore finisce fuori giri accontentandosi di tiri forzati.

Ancora una volta la soluzione potrebbe chiamarsi San Antonio Spurs: la squadra del Texas ha vissuto una Free Agency non facilissima, in cui l’obiettivo Chris Paul ha deciso di percorrere 300 km in più sulla Interstate 10 e accasarsi a Houston, il beniamino di casa Jonathon Simmons, dopo una stagione conclusa in crescendo e dei Playoff giocati in maniera stupenda, ha preferito il triennale da 18M di Orlando e Gasol che, si sperava ritornasse a cifre più vantaggiose, ha in realtà rifirmato un contratto pressappoco simile. Le uniche note positive sono state le riconferme di Manu Ginobili e Patty Mills, fondamentale vista l’assenza di Parker fino ad inizio 2018 e la firma di Rudy Gay con un biennale da 17M (Player Option per il secondo anno).

La capacità della dirigenza Spurs e di Gregg Popovich di inserire giocatori anche di difficile gestione all’interno dei complicati meccanismi di San Antonio sembra già vedersi anche in questo caso. il giocatore infatti, durante la press conference in Texas, ha subito dichiarato di essere onorato di far parte di questa franchigia, sperando di rimanerci a vita, e di mettersi a disposizione dell’allenatore anche qual ora decidesse di farlo partire dalla panchina:

“se sarò il sesto uomo, lavorerò per essere il miglior sesto uomo della lega”.

Dopo una stagione non facile a Sacramento condizionata anche da un grave infortunio al tendine d’achille il 18 gennaio, e una carriera NBA con più ombre che luci, Gay sa che per lui la prossima rappresenta la stagione del rilancio, con la consapevolezza che forse per la prima volta nella sua carriera l’obiettivo sarà anche quello di puntare al titolo, in una squadra che da due decenni occupa stabilmente i piani alti della Western Conference.

L’operazione ha sicuramente i suoi rischi, ma se Popovich ancora una volta riuscirà a tessere bene i fili e ad inserire un giocatore “anarchico” come Rudy Gay all’interno dello scacchiere degli Spurs, i suoi 18 punti e 7 rimbalzi in undici stagioni NBA potranno sicuramente far comodo alla squadra, creando una validissima alternativa al duo Leonard/ Aldridge.

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Pubblicato da
Francesco Grisanti

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