Curiosità

Abbiamo fatto due chiacchiere con Gary Payton al Samsung District

Abbiamo incontrato Gary Payton, al Samsung District di Milano, alla mostra NBA Overtime e fatto due chiacchiere (e due tiri) con lui. Gary si presenta in tuta rossa Nike e sneaker nere. Ha una presenza scenica da attore, il suo tono di voce è potente e incisivo quando parla e lo dimostra nei video che lo vedono protagonista per promuovere la mostra.

Finita la fase di promotion, si rende disponibile per le interviste. Ci presentiamo e ci sediamo accanto a lui. È molto cordiale e simpatico e mi mette subito a mio agio. La prima domanda che gli facciamo è molto semplice: si torna indietro nel tempo e vogliamo sapere qual è stato il momento più bello sul parquet.

D: Qual è il ricordo più bello che hai della tua carriera da giocatore?

Senza dubbio la medaglia d’oro olimpica, la prima che ho vinto. Quella ad Atlanta nel 1996. Giocare per Team USA e vincere per Team USA è qualcosa che ti rimane dentro per tutta la vita.

D: Hai giocato contro Michael Jordan le finali del 1996, com’era Michael sul parquet?

Michael è il più grande competitor che l’NBA abbia mai avuto. La sua mentalità andava aldilà di tutto, del talento, dell’atletismo e della tecnica. Da avversario Michael ti stimolava a dare tutto quello che avevi in difesa e da compagno anche. Era stimolante stare sul parquet con lui.

D: Tu sei il re del trash talking, a chi lasceresti questa eredità, tra i giocatori di oggi?

Draymond Green è il re del trash talking adesso. Mi rivedo molto in lui per come si comporta in campo. È un vero trash talker, come lo ero io.

D: Non so se hai visto il video di Carmelo, CP3, Harden, Westbrook e altri giocare insieme. Pensi che i rapporti tra le superstar dell’NBA siano diversi da com’erano quando giocavi tu?

I giocatori di adesso sono più amici tra di loro rispetto a come lo eravamo noi. Lo sono perchè giocano insieme fin da quando sono bambini, nell’AAU (Amateur Athletic Union, una lega che organizza campionati non professionistici per giocatori di tutte le età). Quando giocavo io l’AAU c’era ma noi non ci giocavamo, ora tutti i migliori prospetti dei vari licei d’America si trovano a giocare insieme per qualche partita in AAU e così diventano amici e si portano dietro l’amicizia fino al professionismo.

Alla fine dell’intervista usciamo e giochiamo a Forza Quattro tirando a canestro. Un gioco reso disponibile dalla mostra. Vince lui, perché Payton è due volte oro olimpico (Atlanta 1996 e Sidney 2000), campione NBA (2006, Miami Heat), 8 volte All-Star e NBA Hall of Famer.

Gary Payton, The Glove.

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Pubblicato da
Alessandro Zorzoli

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