“Non c’è mai stato un periodo migliore per essere proprietario NBA”
Cosi affermava Ted Leonsis, proprietario dei Washington Wizards nell’ottobre del 2014, quando l’ NBA firmò un contratto televisivo con TNT ed ESPN/abc da 24 miliardi di dollari per 9 anni, ovvero 2,6 miliardi all’anno a partire dalla stagione 2016/2017.
Ted probabilmente doveva aver sbagliato qualche calcolo quando rilasciò quella dichiarazione perché, dopo aver pagato le proprie luxury taxes nel bilancio di fine stagione, la prima con il nuovo contratto televisivo, sono state 14 le squadre in perdità, 9 dopo la distribuzione dei ricavi provenienti dal contratto televisivo ed una di queste è proprio Washington, insieme a Spurs, Pistons, Nets, Magic, Grizzlies, Hawks, Cavaliers e Bucks.
Come si può vedere non si tratta esclusivamente di squadre perdenti, ma principalmente di squadre che hanno un bacino di utenza e un mercato molto piccolo e quindi oltre ai ricavi della Tv Nazionale firmano contratti con i media locali a cifre decisamente basse: basta confrontare i 9.4M che i Grizzlies ricevono dopo l’ennesima stagione ai playoff con i 148.1M dei Lakers con la quarta stagione consecutiva sotto le 27 vittorie.
Per questa stagione secondo un report di ESPN sono state 10 squadre a ripareggiare le perdite delle altre, cedendo una parte dei loro ricavi televisi, per un totale 201M di dollari; 144M, cioè il 71,5%, sono stati messi esclusivamente da Los Angeles Lakers, New York Knicks, Golden State Warriors e Chiacago Bulls.
Ora tra il 27 e il 28 settembre l’ NBA si riunirà e uno degli ordini del giorno sarà proprio il tentativo di ridurre il gap tra le squadre che guadagnano di più e il resto dell’NBA, con anche l’opzione di cambiare il metodo di distribuzione per i ricavi televisivi; la soluzione trovata per quest’anno è stata un’eccezione straordinaria, la cessione di una parte dei ricavi da parte delle squadre “più ricche” non può diventare per queste squadre in difficoltà un sussidio permanente ogni anno.