Black Mamba ha le idee chiare su cosa avrebbe fatto durante l’inno nazionale se fosse stato ancora un giocatore. Si sarebbe inginocchiato.
Non sono di certo nuove le fila di cui fa parte Kobe, più volte è intervenuto per esprimere il suo dissenso all’attuale presidenza Trump. Dopo la vicenda dell’invito alla Casa Bianca ritirato dal presidente Trump nei confronti di Curry, Bryant aveva espresso il suo pensiero su Twitter scrivendo: “Un presidente il cui nome crea solo divisioni e rabbia, le quali parole inspirano dissenso e disprezzo non può verosimilmente “rendere l’America grande di nuovo”.
Secondo quanto riportato da ESPN , Kobe Bryant interrogato su cosa avrebbe fatto se fosse stato in campo durante l’inno ha risposto che si sarebbe inginocchiato per dare un segnale importante. E se avesse avuto la possibilità di parlare a Donald Trump cosa gli avrebbe consigliato?
Di concentrarsi sul servire e non sul guidare.
Dopo che la lega ha recentemente ricordato che è vietato l’atto di inginocchiarsi durante l’inno data l’esistenza di una disposizione nel regolamento NBA, i Los Angeles Lakers hanno fatto sapere che stanno discutendo della eventualità di incrociare le braccia in segno di dissenso.
Luke Walton ha affermato che questo gesto dimostrerebbe unità all’interno dell’organizzazione e allo stesso tempo rispetto verso la nazione.