Dove eravamo rimasti?
Gli Oklahoma City Thunder hanno dovuto abbandonare la corsa al Larry O’Brien Trophy il 26 aprile, quando al Toyota Center di Houston James Harden ha eseguito una sentenza che appariva emanata sin dal momento dell’accoppiamento. I Rockets erano troppo più profondi e talentuosi della squadra orfana di Kevin Durant per non imporsi in una serie al meglio delle 7 partite. La stagione dei Thunder, tuttavia, ha seguito un canovaccio che è andato al di là del semplice percorso alla ricerca della vittoria finale. Per tutta la regular season, infatti, l’attenzione mediatica si è rivolta alla incredibile stagione di Russell Westbrook, il primo nella storia in grado di concludere le 82 partite con una tripla doppia di media dopo Oscar Robertson e che ha stabilito il nuovo record di partite concluse con 10+ assist, rimbalzi e punti.
Quella che si presenta ai blocchi di partenza della nuova stagione NBA è una franchigia totalmente rinnovata, sia nei giocatori che nelle ambizioni. Dopo una campagna estiva surrealista e ai limiti della perfezione di Sam Presti, aka il candidato numero #1 a GM dell’anno, l’attesa è alle stelle e i Thunder, dopo appena un anno di purgatorio sembrano essere tornati nella cerchia ristretta di Contender per il titolo.
La reazione di Brodie quando ha visto presentarsi al Media Day i suoi nuovi compagni.
In due mosse Presti ha portato a casa due All-Star di primissimo livello come Paul George e Carmelo Anthony, lasciando partire solo pezzi di ricambio, giovani ancora acerbi o giocatori che sembrano non sposarsi bene con la squadra. Le aggiunte di Paul George e Carmelo Anthony, in queste situazioni contrattuali, sono un’operazione stratosferica che lasciano libera la franchigia di sognare in grande per una o due stagioni e non ne asfissiano le finanze sul medio-lungo periodo. Parte di questa libertà è già stata impegnata promettendola a Russell Westbrook, che con un rinnovo spaziale si è impegnato ad essere l’uomo simbolo della franchigia durante il prime della sua carriera.
Oltre a due superstar ai Thunder sono arrivati/rimasti giocatori potenzialmente funzionali al progetto di un grande team come Felton, Patterson e Roberson, tutti a prezzi stracciati rispetto a quelli circolanti in questo pazzo mercato. A OKC sono attesi da una stagione di fuoco e fiamme in cui potrebbero diventare un nuovo bruciante sole all’interno della Western Conference, o bruciarsi nel tentativo di avvicinarsi alla stella di riferimento della galassia NBA. Burn or bust?
I nuovi Big Three di Oklahoma (Credits to TBN)