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Atlanta Hawks Preview: sapore di rebuilding

Dove eravamo rimasti?

Poche sono le certezze in una lega schizofrenica come la NBA: gli haters di LeBron James, le triple-doppie di Russell Westbrook e il fatto che gli Atlanta Hawks vadano ai Playoffs. Anche lo scorso anno, con un buon record di 43-39, la franchigia della Georgia si è qualificata alla post-season come quinta nella Eastern Conference, giusto in tempo per uscire al primo turno. Da dieci anni il copione era più o meno lo stesso: squadra buona, ma non eccezionale; risultati sufficienti, ma non per proseguire fino in fondo il cammino nei Playoffs. Due anni fa, per la verità, ai tempi di Millsap-Horford-Carroll-Korver-Teague, sembravano esserci buone possibilità. Di quei cinque, oggi, non ne è rimasto neanche uno.

Paul Millsap. Credits to nbcsports.com

L’anno scorso Paul Millsap e Dennis Schroeder sono stati i pilastri dell’attacco, entrambi con circa 18 punti a partita a referto. Il primo aggiungeva 7.7 rimbalzi, mentre il secondo 6.3 assist. È stato l’anno della conferma del giovane tedesco, dopo l’addio di Teague dell’anno precedente: Schroeder non ha avuto problemi nel salto da ottimo cambio a titolare fisso, mostrando una crescita concreta. Ha tirato di più, segnato di più e migliorato le proprie percentuali. Dwight Howard, arrivato in Georgia con i migliori auspici, non ha invece convinto nonostante gli oltre 12 rimbalzi di media (e i 13.5 punti a partita).

Dopo tanti anni nel limbo del “troppo forti per la lottery, troppo scarsi per vincere”, la musica è cambiata. Poco prima del Draft 2017, alcune mosse dietro le quinte hanno gettato le fondamenta per un nuovo corso: Wes Wilcox ha lasciato il ruolo di general manager, mentre coach Mike Budenholzer ha rinunciato alla carica di President of basketball operations per dedicarsi solo all’allenamento. Il nuovo general manager è Travis Schlenk (arrivato da Golden State, che un paio di mosse giuste negli ultimi anni le ha fatte…). Fra le sue prime mosse c’è stato lo scambio che ha portato ad Atlanta Marco Belinelli, Miles Plumlee e una scelta al secondo giro del Draft in cambio di Dwight Howard. Paul Millsap è stato lasciato libero in free agency, come pure Tim Hardaway Jr. Queste scelte hanno un sapore facilmente individuabile: sapore di rebuilding. La flessibilità contrattuale, infatti, è stato un fattore primario nella scelta dei nuovi membri del roster. Oltre ai pezzi grossi già nominati, rispetto allo scorso anno anche Thabo Sefolosha, Jose Calderon e Ryan Kelly hanno cambiato casacca. Sono rimasti Kent Bazemore ed Ersan Ilyasova, giocatori solidi e affidabili. È rimasto anche Taurean Prince, giovane molto interessante.

 

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Alessandro Bonfante

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