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Utah Jazz Preview: solidamente senza stelle

Punti di forza e punti deboli

Per quanto riguarda la cabina di regia, il talento non manca. Ricky Rubio e Dante Exum possono offrire un eccezionale repertorio di no-look e fantasia. I problemi, in una NBA ricca di combo-guard e Russell Westbrook (fa categoria a sé), nascono dall’istinto realizzativo dei due playmaker. Istinto che pare assopito, per non dire mai nato. Rubio cavalca i parquet NBA e internazionali già da un po’ di tempo: sia i tifosi, che i difensori, sanno bene che il suo jumper è inaffidabile. Exum mette sul piatto un po’ di atletismo in più, ma non è ancora chiaro il suo vero potenziale. L’assenza di George Hill si farà sentire.

Dante Exum (credits to Cem Ozdel/Anadolu Agency/Getty Images)

Nonostante manchi una vera stella, per i ruoli di guardia e ala piccola i Jazz sono ben coperti e hanno una panchina profonda. Dall’esperienza di Joe Johnson al talento in prospettiva di Donovan Mitchell, passando per i già citati Hood e Burks, coach Snyder avrà (salute permettendo) un ampio ventaglio da cui scegliere le proprie carte, contando anche due vecchie volpi come Joe Ingles e Thabo Sefolosha.

Anche il cielo del reparto lunghi non è particolarmente stellato, ma ruvido e sostanzioso al punto giusto. Gobert avrà un cambio roccioso come Ekpe Udoh e sarà supportato da Derrick Favors, elemento di indubbio valore, se riconfermasse i livelli di un paio di anni fa. L’atletismo e le discrete percentuali dall’arco di Jonas Jerebko saranno sicuramente utili per aprire il campo e per garantire la possibilità di qualche accelerazione nel ritmo di gioco.

Derrick Favors (credits to: J Pat Carter / Getty Images Sport / Getty)

Tanti buoni giocatori, nessuno che possa essere una vera stella (almeno come siamo abituati a conoscerle in NBA). La squadra è solida e ben fornita, ma l’assenza di un trascinatore a 360° potrebbe farsi sentire. In caso di necessità, l’estro realizzativo di Joe Johnson potrebbe tornare utile: si tratta pur sempre di un giocatore capace di infiammare una partita in autonomia. Ma davvero vogliamo fidarci così tanto del buon JJ?

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Alessandro Bonfante

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